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«L’inequivocabile grido di allarme e di profonda preoccupazione non può e non deve restare inascoltato. È ovvio e chiaro a tutti che il risanamento della sanità calabrese debba seguire la linea del rigore, ma è altrettanto ovvio e chiaro a tutti che non può essere trascurata la necessità di perseguire l’obiettivo dell’equità e della qualità, ossia il bisogno dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità, cosa che non sta affatto avvenendo con la gestione dal commissario ad acta per la realizzazione del Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario Massimo Scura».
È questo l’incipit dell’interrogazione che il deputato del Pd, Bruno Censore (primo firmatario) ha indirizzato di concerto con altri parlamentari, al ministro della Salute.
«Rammento che con Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2015, al Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro è stato assegnato l’incarico prioritario di adottare ed attuare i Programmi operativi e gli interventi necessari a garantire, in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità. Il nuovo percorso intrapreso dal nuovo Commissario, è evidente, sta andando in direzione contraria, come dimostra peraltro la nuova riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti, attuata con Decreto Commissariale n.30/2016. Già in passato, i tagli lineari ai servizi sanitari che sono stati prodotti seguendo la logica errata disegnata nel Piano di rientro hanno lacerato un sistema che, invece, andava potenziato: continuare sulla stessa linea - prosegue il parlamentare del PD - significa cassare ulteriormente il diritto alla salute in Calabria, penalizzare ulteriormente quelle province che si caratterizzano per una forte ed evidente sperequazione dell'offerta sanitaria e in tal senso è emblematico il caso della provincia di Vibo Valentia, realtà già ampiamente penalizzata, con standard di posti letto di gran lunga inferiori rispetto alla media di 3,7 per mille abitanti. Inoltre - prosegue Bruno Censore nella sua interrogazione - è evidente che oltre ad un problema di merito ve ne sia uno di metodo. Su scelte di rilevanza sociale, serve una maggiore interlocuzione istituzionale: manca, infatti, l’approccio concertativo da cui, evidentemente, scaturisce l’attuale situazione di gravissima conflittualità istituzionale che gli atti della struttura commissariale stanno producendo».
Da qui, dunque, l’appello al ministro della Salute «per sapere quali misure intendano assumere per porre rimedio ad una evidente spoliazione dei servizi soprattutto in quelle province maggiormente penalizzate dalla forte ed evidente sperequazione dell’offerta sanitaria e per porre rimedio alla gravissima conflittualità istituzionale che gli atti della struttura commissariale stanno producendo in Calabria».
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