Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
La primavera prossima potrà rivelarsi una stagione fondamentale per la tenuta del Pd di Matteo Renzi, già in procinto, su tutto il territorio nazionale, di prepararsi in previsione dell’ormai imminente turno delle elezioni amministrative.
Sono tante, infatti, le città piccole e grandi dove i cittadini saranno chiamati alle urne per il rinnovo dell’assise comunale: ben 1.287 Comuni in tutta Italia. Dalle metropoli come Napoli, Milano e soprattutto la commissariata Roma capitale, passando per Bologna, Torino, Cagliari, Crotone e Cosenza, fino alle città di piccole e medie dimensioni tra le quali, in Calabria, anche Rossano, Cirò, Rosarno, Cutro, Cariati, Fuscaldo, Chiaravalle e Serra San Bruno.
Tanti appuntamenti, già cerchiati in rosso sulla cartina appesa alla sede nazionale del Nazareno, che potrebbero però nascondere non poche insidie per il Pd e che, nel caso di una disfatta, potrebbero avere serie ripercussioni anche sull’assetto interno del partito e sulla tenuta del governo. Secondo indiscrezioni arrivate proprio da Palazzo Chigi la fatidica data del voto potrebbe essere quella del prossimo 12 giugno e, di conseguenza, in ogni municipio chiamato alle urne, le liste in lizza dovranno essere depositate entro il trentesimo giorno precedente, il 12 maggio.
Nulla di ufficiale, ancora, ma proprio in previsione del voto, Matteo Renzi ha già iniziato a serrare le fila all’interno del Partito democratico, guardando quindi alle Comunali come un decisivo banco di prova. A tal proposito, allora, il premier ha lanciato l’idea del “Primarie Day” da celebrare il prossimo 20 marzo. I vertici del Nazareno sarebbero orientati quindi ad approvare un regolamento delle primarie a livello nazionale, sulla base del quale indire una giornata unica in cui svolgere la selezione dei candidati alle prossime elezioni amministrative, appunto domenica 20 marzo. Sarebbe proprio Renzi quello che, più di tutti, starebbe spingendo verso questa soluzione, utile, magari, ad assicurare su tutto il territorio nazionale una modalità equa, partecipativa e democratica per sancire il nome degli aspiranti candidati alla carica di primo cittadino.
Ma Serra San Bruno, nonostante l’ormai consolidata intesa fra il deputato Bruno Censore e la maggioranza renziana, sembra essere fuori dalle logiche nazionali. Proprio Censore, infatti, già da tempo avrebbe, senza tanti giri di parole, escluso nettamente la possibilità di vedere celebrato il “Primarie Day” anche nella cittadina della Certosa, ciò nonostante i contendenti in lizza per la candidatura siano davvero numerosi.
A lanciare esplicitamente la possibilità di ricorrere per la prima volta anche a Serra al metodo delle primarie per la scelta del candidato a sindaco era stata, nell’agosto scorso, in occasione della locale "Festa de L’Unità", l'esponente del Pd Rosanna Federico, consigliere comunale particolarmente critica in questi ultimi tempi rispetto alle modalità di gestione del partito. Proprio la proposta della Federico sarebbe stata prima ignorata elegantemente in pubblico, e poi fortemente osteggiata in occasione di incontri riservati, dal leader Censore, propenso evidentemente, ancora una volta, a calare dall’alto il nome del candidato alla carica di primo cittadino.
Ma l’approvazione di un documento varato dai maggiorenti del partito nazionale – nel quale appunto si istituisce una data unica per le primarie in tutta Italia – potrebbe, nel corso dei prossimi giorni, riaccendere la discussione anche a Serra San Bruno, dove molti all’interno della locale segretaria del Pd mormorano un sommesso malcontento. In tal senso, fondamentale potrebbe dimostrarsi la più volte rimandata convocazione del direttivo del Pd, fortemente auspicata dalla stessa Federico, unico esponente dem fra gli scranni dell’assise cittadina. La stessa, già ad inizio ottobre, aveva avviato una raccolta di adesioni, al fine di «sollecitare» la convocazione del locale direttivo in maniera da poter affrontare, nella sede ritenuta opportuna, una discussione approfondita «sulle linee politiche e programmatiche da seguire e sui percorsi intrapresi o da intraprendere in vista delle elezioni amministrative» che si terranno appunto a Serra San Bruno nel giugno prossimo.
Un tentativo che aveva però suscitato non poco clamore, tanto che molti dei componenti dello stesso organismo interno al Pd serrese – che in un primo momento avevano accordato sostegno all’iniziativa, sottoscrivendo la richiesta di convocazione stilata dalla Federico –, avrebbero poi rassegnato un inatteso dietrofront, decidendo, pertanto, di ritirare l’adesione al documento. Era il 3 ottobre scorso e, trascorsi quasi due mesi, nonostante le continue rassicurazioni del segretario cittadino del partito, Paolo Reitano – attualmente tra i favoriti per la candidatura a sindaco della coalizione di centrosinistra –, l’organismo non è stato ancora convocato.
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