Parente, infatti, si è appellato al Tribunale amministrativo regionale della Calabria, depositando un ricorso utile a sollevare non poche perplessità sulla legittimità dell’elezioni dell'ex presidente del consiglio comunale di Vibo Valentia. Secondo Parente, in sostanza, Mangialavori non potrebbe ricoprire l'incarico di consigliere regionale, in quanto medico e proprietario di alcune cliniche accreditate e convenzionate con la Regione Calabria. Un presunto status di conflittualità tra la carica politica e la posizione professionale che potrebbe dunque minare la stabilità del seggio conquistato da Mangialavori. Accuse, queste, che non sono andate affatto giù al politico vibonese: «Non penso ci sia incompatibilità – ha affermato Mangialavori -, ma Parente faccia ciò che ritiene opportuno. Quando avrò contezza dei contenuti del ricorso, lo valuterò insieme ai miei legali».

Mangialavori, ha poi aggiunto, entrando più approfonditamente nel merito della questione: «Non ricopro alcuna carica societaria. La mia posizione è limpida e trasparente. Se poi lavorare vuol dire essere incompatibile, allora vuol dire che la politica è fatta solo per chi non fa nulla nella vita. Sono tranquillo e sereno – conclude il consigliere regionale –. Aspetto che mi arrivi la documentazione, la valuterò e nel caso mi difenderò nelle sedi opportune».

Si preannuncia, dunque, un duro scontro giudiziario che non potrà che lacerare ulteriormente la stabilità interna alla coalizione di centrodestra, già animata dalla questione Wanda Ferro, con la stessa ex presidente della Provincia di Catanzaro pronta a rivendicare anche lei un posto nella massima assise regionale a discapito di un altro elemento della minoranza forzista.