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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
La decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria non è ancora iniziata, ma la bagarre tra i diversi schieramenti sembra essersi fatta rovente ormai da diversi giorni.
Dopo il rinvio della prima seduta dell’era Oliverio – attesa adesso per il prossimo 7 gennaio – torna a tenere banco la questione “esclusi” e, in tal caso, ad accendersi sono ancora gli scontri interni alle compagini di partito. Vere e proprie risse senza alcuna esclusione di colpi, dove, al di là di ogni concordia politica, diventa prioritario riuscire ad accaparrarsi almeno una delle trenta comode poltrone del Consiglio regionale.
Mentre un agguerrito pool di legali è ormai pronto a depositare nelle prossime ore al Tribunale amministrativo calabrese, il ricorso per rivendicare il “maltolto” a Wanda Ferro – passata da candidata governatore per la coalizione di centrodestra ad esclusa eccellente del Consiglio regionale –, ad animare le acque di Palazzo Campanella è adesso un altro “silurato” della recente tornata elettorale. Claudio Parente, già consigliere di maggioranza del gruppo “Scopelliti presidente”, a caccia di una riconferma nella massima assise regionale, si è infatti anche lui appellato al Tar sollevando dubbi di ineleggibilità ed incompatibilità rispetto all’avvenuta elezione del collega di partito Giuseppe Mangialavori.
Parente, candidato al pari di Mangialavori nella lista “Casa delle Libertà”, legalmente rappresentato dal duo di avvocati Ferrari-Maletta, ha dunque puntato l’indice sull’attività professionale svolta dall’ex presidente del consiglio comunale vibonese, Giuseppe Tommaso Vincenzo Mangialavori, figlio d’arte, capace di riscuotere alle ultime elezioni regionali ben 6.898 voti in tutto il Collegio centro. Il medico vibonese, classe 1975, apprezzato ed illustre senologo attualmente in esercizio a Vibo Valentia e Siderno, secondo quanto asserito dai legali di Parente (che si è invece fermato a poco più di 4mila preferenze, primo non eletto per “Casa delle libertà” nella stessa circoscrizione elettorale) non avrebbe dunque i requisiti per prendere posto nel consesso regionale, in quanto oltreché medico anche proprietario di alcune cliniche convenzionate ed accreditate con la Regione Calabria. A redimere la controversia, anche questa volta, ci penseranno i giudici amministrativi.
Come già detto, da qui a poco, dovrebbe giungere finalmente anche il verdetto rispetto alla questione che vede protagonista Wanda Ferro, il cui ingresso in Consiglio, a questo punto, sembra essersi fatto davvero complicato. Nel caso in cui il Tar ritenesse valide le rimostranze della Ferro, a farne le spese dovrebbe essere Ennio Morrone, ultimo eletto dei consiglieri regionali d’opposizione, candidato per Forza Italia nel Collegio nord. Una decisione che potrebbe quindi stravolgere la composizione attuale dell’assise regionale.
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