L’isola ecologico di Pizzoni era stata realizzata nel 2010 e messa a regime solo nel 2012. Ben due anni prima dunque, rispetto all’insediamento del primo cittadino in carica Tiziana De Nardo, che nella primavera 2014 era succeduta al sindaco uscente Francesco Garisto. A dare notizia del sequestro operato dai carabinieri della Procura di Vibo, era stata tra l’altro la stessa De Nardo che, a proposito del provvedimento aveva parlato «di un’opera che la mia amministrazione ha trovato come stato di fatto», raccontando inoltre che proprio la giunta da lei guidata, «resoci conto della precarietà del sito» alcuni mesi prima del sequestro aveva emesso una delibera con cui veniva demandato «all'ufficio competente la prosecuzione dei lavori mancanti per un adeguato decoro dell'area».

«Tale documentazione – aveva spiegato ancora il sindaco – è stata acquisita agli atti della Procura che ha verificato la buona fede in merito. Infatti, dalla Procura non ci è pervenuta alcuna sanzione verbale ma solo sanzioni amministrative, dandoci inoltre la possibilità di avere il dissequestro una volta eseguite le prescrizioni segnalate che a questo punto saranno fatte con celerità trattandosi questi di lavori di somma urgenza e che scavalcano ogni altra logica dell'amministratore quotidiano». Oggi, in conseguenza del successivo provvedimento di dissequestro dell’area, deciso dalla Procura di Vibo Valentia il successivo 10 novembre, proprio il primo cittadino De Nardo, ai sensi della normativa vigente, ha deciso di avviare le attività di rimozione e il contestuale smaltimento dei rifiuti presenti presso la stessa Isola ecologica di località “Zocchi”. Il provvedimento sarebbe dunque connesso anche al fatto che «l’intera area – si legge in un’ordinanza emessa questa mattina – versa in condizioni di elevata precarietà ambientale, sicuramente non più procrastinabile nel tempo e che rappresenta un elevato rischio di inquinamento». Al fine di ripristinare «lo stato dei luoghi e le condizioni di sicurezza sanitaria ed ambientale del sito» il primo cittadino ha dunque ordinato agli uffici competenti di procedere con «la predisposizione di un piano di smaltimento, con caratterizzazione e quantificazione dei rifiuti e autorizzazioni degli impianti di destinazione dei medesimi», che verrà posto in essere da una ditta abilitata.