Martedì, 06 Ottobre 2015 14:41

Operativi i reparti di Chirurgia negli ospedali di montagna, ma solo in quelli del Cosentino

Scritto da Salvatore Albanese
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Gli ospedali classificati come presidi di zona montana in tutto il territorio regionale sono complessivamente quattro, dei quali uno nel Vibonese, a Serra San Bruno; uno a Soveria Mannelli in provincia di Catanzaro; e due nel Cosentino, gli ospedali di Acri e San Giovanni in Fiore.

Tutti e quattro, come d’altronde il resto della strutture appartenenti alla rete sanitaria regionale, sono finiti nel documento di riorganizzazione varato nell’aprile scorso dal commissario ad acta Massimo Scura. Un nuovo Piano di rientro, posto – purtroppo – in netta continuità con quello varato nel 2010 dall’ex governatore Giuseppe Scopelliti, tanto da far sollevare accese proteste e nutrite manifestazioni di piazza in gran parte dei territori regionali. Nel corso dei mesi, però, Scura ha modificato il tiro, decidendo – in virtù di alcune iniziative da avviare in via sperimentale – di variare parte dei contenuti introdotti nello stesso documento di riorganizzazione della rete sanitaria regionale. Come, ad esempio, proprio in due dei quattro ospedali calabresi di zona montana, entrambi nel cosentino, quelli di Acri e San Giovanni in Fiore (che, coincidenza, è la città del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio), dove – a partire dal prossimo 1 novembre – è previsto il ripristino delle prestazioni chirurgiche.

L’iniziativa pare essere stata perfezionata nel corso di un incontro tenuto nei giorni scorsi negli uffici del dipartimento Salute della Regione Calabria, dove il sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro, e quello di Acri, Nicola Tenuta, hanno incontrato proprio il commissario ad acta, Massimo Scura, accompagnato per l’occasione dal dirigente del settore competente, Rosalba Barone, responsabile tra l’altro della rete ospedaliera della regione.

Al termine dell’incontro – come dichirato poi dai due primi cittadini in apposite conferenze stampa – si è stabilito, in primis, che i laboratori analisi resteranno autonomi e indipendenti da altre strutture sanitarie maggiori, mentre novità importanti riguarderanno la riorganizzazione dei reparti di chirurgia all’interno dei due nosocomi di Acri e San Giovanni. Provvedimenti, dunque, in direzione totalmente opposta rispetto a quanto previsto per gli altri due ospedali di montagna, Soveria Manelli e Serra San Bruno, dove – documento di riorganizzazione alla mano –, per entrambi, è prevista la soppressione del laboratorio analisi, da sostituire con un semplice punto prelievo. Ancora peggio se si considera, però, la vera novità saliente che interesserà i due ospedali di montagna del Cosentino e la si rapporta, in particolare, alla condizione dei restanti due. Ad Acri e San Giovanni, infatti, a partire dal primo novembre prossimo, previa approvazione ministeriale, i reparti di Chirurgia ritorneranno in via sperimentale ad essere attivi h24, e potranno disporre di una dotazione di 10 posti letto in regime ordinario più 8 previsti in day surgery per la chirurgia generale con assistenza continuata. Inoltre, sempre in ambito chirurgico, verranno siglati accordi con gli ospedali hub e spoke affinché un determinato numero di interventi possa essere dirottato verso i due nosocomi di montagna cosentini, in maniera da smaltire, dunque, il carico per i presidi principali. Insomma, nei due ospedali di zona montana di Acri e San Giovanni in Fiore, ecco che i nuovi 10 posti letto di chirurgia in regime ordinario e gli 8 in day surgery, andranno a sommarsi ai già esistenti 20 posti di medicina generale, 16 di lungodegenza e 8 di emodialisi, per un totale di 62 posti letto per ciascuna struttura sanitaria.

I sindaci di Acri e San Giovanni, viste le importanti novità che interesseranno, quindi , i presidi nei rispettivi territori comunali, hanno inteso ringraziare il commissario Scura «per la disponibilità dimostrata nei confronti delle due popolazioni». Un impegno fattivo che, nel concreto, andrà a riconsegnare dignità ai due ospedali, ma che allo stesso tempo, purtroppo, pone ancora di più in evidenza la forte sperequazione con due comprensori montani, quali quelli di Soveia Mannelli e, in particolare, di Serra San Bruno, dove nel tempo la disponibilità di posti letto si è fatta sempre più risicata e il reparto di Chirurgia, così come quello di Cardiologia, è stato soppresso nel 2011, mentre ancora prima, durante la gestione Loiero, nel 2007, la manna dei tagli si era abbattuta sulla Ginecologià-Ostretricia e sulla Pediatria. Una linea di condotta che nel tempo ha letteralmente svuotato il presidio della cittadina della Certosa e che, a quanto pare, il neo commissario Scura intende continuare a perseguire rigorosamente.

Al netto di qualsivoglia retorica campanilistica, nella piena coscienza della necessità di intervenire in territori complicati come quelli di Acri e San Giovanni in Fiore, ma, allo stesso tempo, nella consapevolezza che – quantomeno – i livelli minimi di assistenza dovrebbero essere garantiti per tutti, i cittadini delle Serre (così come a questo punto anche quelli del comprensorio di Soveria) non potranno, nei giorni prossimi, che continuare a chiedersi il perché di questa insistente iniqua distribuzione dei servizi.

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