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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO – Con i soli voti della maggioranza - mentre l'opposizione, rappresentata per l'occasione dai soli consiglieri Mirko Tassone e Rosanna Federico, si è espressa in maniera contraria - è stato approvato nel corso della riunione del consiglio comunale, tenutasi stamani nei locali di palazzo Chimirri, l'unico punto della trentaduesima seduta dell'era Rosi, avente ad oggetto le «modalità di recupero del disavanzo di natura tecnica, generato dalla deliberazione di riaccertamento sui residui dell'anno 2015».
Rispetto alla precedente seduta, quando il consiglio era stato convocato alle 9 e 30 del mattino, questa volta l'amministrazione comunale, guidata dal primo cittadino Bruno Rosi, è riuscita addirittura a superarsi, convocando la riunione in seduta straordinaria ed urgente alle 9. Così, giusto per consentire alla cittadinanza di prendere parte ai consigli e, quindi, di avere contezza su come questa maggioranza intenda intervenire per risolvere nel concreto i problemi ai quali i serresi, purtroppo, sono costretti a far fronte.
Tornando alla riunione di stamane, dopo la lettura e l'approvazione dei verbali della seduta precedente, si è passati subito al secondo punto, sul quale sin da subito il consigliere di minoranza, Mirko Tassone, ha espresso le proprie perplessità: «Strano – ha detto il rappresentante del gruppo “Al lavoro per il cambiamento” - che nessuno della maggioranza abbia deciso di prendere la parola. Mi sarebbe piaciuto ascoltare l'intervento del sindaco o di qualche componente della giunta sull'argomento, cosa che purtroppo vedo che non c'è stata». Fatta la dovuta premessa, Tassone è passato successivamente ad affrontare nel dettaglio il punto relativo alle modalità di recupero del disavanzo, che ammonterebbe a 4 milioni e 200mila euro. «Si tratta di una cifra che non solo incide pesantemente – ha proseguito il consigliere di minoranza – su quelle che sono le esigenze future del Comune in termini di cassa, ma bisogna tener conto anche che si tratta nella gran parte di crediti di dubbia esigibilità. Per questo, vorrei capire quali sono gli interventi che questa amministrazione si è proposta di realizzare per cercare di risolvere questo disavanzo». Non si è fatta attendere la replica del sindaco, secondo il quale bisognerebbe fare «un discorso realistico e tecnico sull'argomento. Questa situazione – ha detto il primo cittadino – si è venuta a creare nel corso degli anni. E la responsabilità ritengo sia anche di chi ha amministrato in precedenza questo Comune, che oggi cerca di presentarsi alla cittadinanza come il nuovo in assoluto».
L'attenzione, poi, su sollecitazione dello stesso Tassone, si è spostata sulla paventata chiusura degli uffici dell'Inps e dell'Agenzia delle Entrate. Anche in questo caso, il primo cittadino ha fatto sapere di aver partecipato «ad una serie di incontri con il responsabile dell'Inps di Vibo e, come amministrazione – ha proseguito Rosi – abbiamo dato la disponibilità ad ospitare gli uffici o nei locali dell'ex scuola elementare di Spinetto, oppure in quelli che fino ad un po' di tempo fa era l'ufficio anagrafe. In quest'ultimo caso, però, visto e considerato che si tratta di locali inagibili, siamo riusciti ad ottenere un finanziamento per un importo pari a 50mila euro, che ci permetterà di rendere di nuovo agibile i locali». Il primo cittadino, inoltre, dopo aver annunciato che lunedì mattina, alle ore 10, avrà un incontro sempre con la responsabile dell'Inps di Vibo, durante il quale si dovrebbe arrivare ad una soluzione, ha aggiunto rassicurando la cittadinanza sul fatto che «gli uffici dell'Inps e quello dell'Agenzia delle Entrate non chiuderanno». Sempre Tassone, replicando alle dichiarazioni del sindaco, ha criticato la maggioranza che, a suo giudizio, «ha perso una grande opportunità, che è quella di non aver fatto già all'inizio un'operazione di chiarezza su quelli che erano i conti e la situazione economica dell'ente». Mentre per quel che riguarda gli uffici dell'Inps e dell'Agenzia delle Entrate, il rappresentante del gruppo “Al lavoro per il cambiamento” ha invitato l'amministrazione a «convocare un consiglio comunale aperto con la cittadinanza, ma soprattutto con la delegazione parlamentare del territorio, affinché ci dica con chiarezza quello che sta facendo».
In conclusione, dopo l'intervento del consigliere Federico - che ha posto l'accento anche sulla questione relativa all'ufficio del Giudice di Pace, per il quale il sindaco ha assunto l'impegno di individuare entro il 31 luglio i locali ed il personale - e quello di Tassone - che, attraverso una dichiarazione di voto, ha espresso parere contrario sul punto all'ordine del giorno perchè, a suo giudizio, non sono state rese note, in maniera esplicita, le misure che l'amministrazione comunale intende adottare al fine di individuare le risorse necessarie per coprire il disavanzo - si è passati alla votazione, che si è chiusa con i 7 voti favorevoli della maggioranza e i 2 contrari dell'opposizione.
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