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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
L'arresto di un consigliere comunale in carica, con la grave accusa di violenza privata aggravata dal metodo mafioso (ai sensi dell'art. 416 bis del Codice penale), non fa che gettare una luce sinistra sull'amministrazione comunale guidata Bruno Rosi. Zaffino, tesserato Pdl, fu eletto a furor di popolo con 224 preferenze. Rosi lo nominò subito assessore della sua giunta, ma dopo alcuni mesi, a fine dicembre 2011, lo estromise dall'esecutivo in nome del "rilancio dell'attività amministrativa". Una motivazione, questa, contestata dall'ex assessore, che in un esposto consegnato in Procura ha sostenuto che il vero motivo fosse da individuare nella concreta possibilità che la sua presenza in giunta avrebbe portato all'invio di una commissione d'accesso, poichè egli era ritenuto contiguo ad ambienti criminali. Nell'esposto, Zaffino, aggiunge che il sindaco gli avrebbe detto che questa eventualità gli era stata paventata da un ufficiale dei carabinieri, e che quindi per evitare la commissione d'accesso avrebbe dovuto estrometterlo dalla giunta. Adesso quell'accusa di contiguità alla 'ndrangheta è stata messa nero su bianco dalla Dda di Reggio. Zaffino nel suo esposto ha ribadito più volte che sia il sindaco Rosi che il consigliere regionale Nazzareno Salerno conoscevano bene lui e la sua famiglia, così com'erano a conoscenza dell'unione sentimentale di suo figlio con una figlia di Salvatore Vallelunga, cugino del potente boss Damiano ucciso a Riace il 27 settembre 2009. L'ex assessore ha aggiunto anche di essere stato cercato prima delle elezioni da Salerno e Rosi, che gli avrebbero più volte chiesto di candidarsi. Per queste ragioni ora le risultanze della Dda reggina si stanno incrociando con l'indagine della Procura di Vibo aperta in seguito all'esposto di Zaffino. La Prefettura, che ha tempestivamente decretato la sospensione del consigliere arrestato, sta seguendo il tutto con grande attenzione, anche alla luce di altre risultanze investigative che al momento sono al vaglio della Procura vibonese. Dal Pdl locale nessun commento, nessuno ritiene di doversi esprimere sull'arresto di un consigliere comunale che era stato tesserato, candidato, eletto e nominato assessore, ma la sensazione diffusa tra Serra e Vibo è che il futuro dell'amministrazione Rosi sia davvero appeso a un filo.
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