Il caos, insomma, regna sovrano all’interno di un partito, anche a livello regionale, già contrassegnato da numerose diatribe intestine. Ad accendere il dibattito interno ai berluscones provinciali, l’annuncio di mercoledì scorso di Mangialavori, che avrebbe ricevuto direttamente dal deputato Jole Santelli, coordinatrice per la Calabria, la proposta di assumere la guida del partito vibonese. Mangialavori, commosso ed onorato, ha accolto l’invito rinunciando allo stesso tempo al ruolo di capogruppo della Casa della libertà in Consiglio regionale, dove è approdato di recente.

Ma, a distanza di poche ore, la trama che vede in ballo la segreteria provinciale si è colorata di giallo. A levare gli scudi contro il duo Mangialavori-Santelli è stato, dunque, Mimmo Arena, affiancato però da larga parte degli esponenti vibonesi del partito. «Non sono stato silurato, né defenestrato – ha tuonato Arena – anche perché l’unico a farlo potrebbe essere il presidente Berlusconi. Non mi sono dimesso, né penso di dovermi dimettere». Il massimo responsabile territoriale azzurro, quindi, sembra non aver affatto gradito le esternazioni del neoconsigliere regionale Mangialavori, né la poco velata pretesa di scalzare i vertici del partito. «Non esistono – ha continuato Arena – comunicazioni ufficiali da parte del presidente Berlusconi, né della coordinatrice regionale Santelli che mi spingano ad agire in tal direzione. Anzi i risultati conseguiti da Fi nel Vibonese sono stati più volte apprezzati dai vertici del partito».

Un fronte di guerra caldo quello allestito da Arena, pronto a rivendicare la propria posizione e, soprattutto, la bontà dell’operato di questi ultimi mesi, tanto da finire per sollevare anche corposi dubbi rispetto alla legittimità dell’ambizione di Mangialavori, approdato alla massima assise regionale grazie all’elezione nella lista Casa della libertà e non, piuttosto, nello schieramento di Forza Italia. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche se con toni ancora più aspri, Salvatore Bulzomì, probabilmente scottato dalla bocciatura elettorale che lo ha visto soccombere nella recente tornata per il rinnovo del consesso di palazzo Campanella. Proprio l’ex consigliere regionale Bulzomì si è detto ieri «incredulo e scontertato», e – ancora con riferimento a Mangialavori – ha spiegato senza tanti giri di parole: «Mi sembra una menzogna condita dall’autoesaltazione di un novello alla politica che senza badare alle sue varie incompatibilità ha pensato bene di autonominarsi coordinatore provinciale».

Una querelle accesa, quindi, quella che sta animando il fronte degli azzurri vibonesi, che potrebbe indubbiamente avere ripercussioni anche sugli accordi in vista delle amministrative di primavera nella città del capoluogo di provincia. Un vespaio di polemiche che potrà essere spento solo dalle disposizioni incontestabili di Silvio Berlusconi.