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FABRIZIA - «Da circa una settimana sto chiedendo più volte al sindaco e a chi di dovere di regolamentare le fermate dello scuolabus ma, nonostante le rassicurazioni varie, ad oggi purtroppo nulla pare sia cambiato».
È la denuncia di Antonella Benvenuto, residente che, vista la situazione, ha deciso di scrivere una lettera al primo cittadino del Comune di Fabrizia, Francesco Fazio; al dirigente dell’Istituto scolastico e ai carabinieri della locale Stazione per segnalare un «disservizio che si manifesta da tempo. Il trasporto scolastico – si legge nella lettera – costituisce un requisito fondamentale per la fruizione del diritto allo studio». I Comuni, dunque, dovrebbero «occuparsi dell’istruzione della scuola dell’obbligo e, nel quadro dell’organizzazione e della gestione dell’istruzione scolastica, anche il trasporto deve essere assicurato da tali enti. E sempre il Comune decide i punti di salita e discesa dallo scuolabus, in modo da ridurre al minimo i pericoli per i bambini». Con riferimento alla scuola dell’obbligo, in particolare, «bisogna valutare che non si possono obbligare i genitori a dotarsi di un’autovettura; che la politica attuale è quella di favorire il trasporto pubblico collettivo; che non si possono mandare i bambini da soli per ovvie ragioni di sicurezza e, infine, che le distanze dall’abitazione alla scuola spesso superano i tempi di percorrenza massimi stabiliti dal decreto ministeriale».
«Nonostante il bollettino regolarmente pagato e nonostante le rassicurazioni avute dal sindaco, dal tecnico comunale, dagli assessori e da consiglieri vari, lo scuolabus nella giornata di oggi non è passato da via Sandro Pertini, dove oltre a mio nipote – che frequenta la quinta elementare – altri due bambini della scuola media, miei vicini di casa, sono rimasti appiedati. Infatti – precisa la donna – a quanto pare il problema sembra essere l’autista che, di testa propria, decide percorsi e fermate, costringendo alcuni bambini e genitori ad effettuare diverse centinaia di metri per giungere ad un punto di raduno da lui deciso (stile autolinee), riservando per altri il piacere di prenderli davanti all’uscio di casa, anche se questi distano fra loro pochi metri».
Nella lettera, dunque, la cittadina del piccolo centro del Vibonese chiede a chi di dovere di «ripristinare un servizio necessario come quello dello scuolabus comunale, magari regolamentandolo e imponendo all’autista il percorso da fare senza danneggiare nessuno».
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