Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
A campagna elettorale conclusa e ad elezioni fatte, reputo opportuno porre una pertinente domanda all'attenzione del ministro dell'interno, del prefetto di Vibo Valentia, delle forze di polizia della provincia di Vibo e di ogni ulteriore soggetto interessato alla questione, compresa la Procura della Repubblica competente.
Come è oramai arcinoto, l'amministrazione comunale di Nardodipace da me guidata è stata perseguitata per dieci anni, sin dal 2007, da commissioni d'accesso e poi scioglimenti per infiltrazioni mafiose, basando tale attività sostanzialmente sulla teoria che la frazione Cassari di Nardodipace sarebbe sede della locale di ‘ndrangheta capeggiata dal padre del mio ex vice sindaco, Romolo Tassone, e che quindi l'azione delle mie amministrazioni, elette proprio grazie a quel supporto, era volta a favorire gli interessi delle organizzazioni criminali.
Inutile ogni dimostrazione in senso contrario documentalmente attestata da parte nostra in ogni sede: il consiglio comunale di Nardodipace per ben due volte è stato implacabilmente sciolto!
Abbiamo gridato ai quattro venti e vanamente che mai alcun atto è stato posto in essere su spinte esterne e per motivi illeciti, nonché che mai alcun aiuto della criminalità c'è stato per far vincere per ben due volte la nostra squadra. Che solo l'attività politica da ognuno di noi condotta giorno per giorno da sempre tra la gente ha portato quei risultati, ma nessuno ci ha mai creduto, compresa la stampa! Anzi, tutti hanno fatto a gara per colpirci più duramente possibile, con un'azione unilaterale senza possibilità di difesa alcuna da parte nostra, né un minimo margine per eventuali chiarimenti! Siamo stati subito etichettati ed additati come i peggiori delinquenti.
Ora però credo siamo arrivati finalmente alla resa dei conti.
La recente elezione comunale di Nardodipace del 5 novembre scorso è stata attenzionata anche dalla Commissione nazionale Antimafia che ha passato in rassegna le tre liste presentate per verificare eventuali aderenze con ambienti controindicati.
Immagino quindi che a questo punto non sia sfuggita la composizione delle tre liste, i loro sostenitori e gli ambiti in cui ognuna di esse è nata. Ancor di più, non sarà sfuggito il risultato finale che ognuna ha riportato. Noi, infatti, da buoni "mafiosi" sinora sempre sostenuti dalle cosche, determinanti per ottenere la vittoria (secondo quanto sin qui affermato da chi ci ha sempre accusato), abbiamo clamorosamente perso le elezioni! E con quale risultato? 118 voti in più da parte del vincitore, Antonio Demasi! Ma il dato più interessante degno di massima attenzione è quello della frazione Cassari: 207 voti ottenuti dalla lista di Antonio Demasi e 82 dalla nostra! 125 voti in più, quindi, per Antonio Demasi solo a Cassari! Mentre, seppur di poco, la nostra lista ha vinto nel seggio 1 Ciano e nel seggio 2 San Todaro. Praticamente, Antonio Demasi ha vinto solo nella frazione Cassari ed il risultato di quel seggio è stato determinante per la sua vittoria. In sostanza, i voti che la lista di Antonio Demasi ha preso a Cassari in più superano lo scarto complessivo pari a 118 voti con cui egli ha vinto le elezioni!
Ed ecco la domanda allora: care autorità, come si spiega il fatto che proprio nella frazione Cassari, in cui la mia lista asseritamente vinceva prima perché ritenuta sede della locale di ‘ndrangheta da sempre nostra sostenitrice, oggi vince la lista di Antonio Demasi? Perché oggi la nostra lista ha perso le elezioni a Nardodipace e le ha perso praticamente proprio per il risultato di Cassari? Care autorità, se era davvero la ‘ndrangheta a gestire le elezioni in quella frazione, cosa sarà mai successo stavolta? Se quella teoria valeva quando vincevamo noi, vale anche ora che vince Antonio Demasi?
Perché vedete, noi siamo stati massacrati politicamente e umanamente da voi proprio per tali ragioni, ed oggi pretendiamo una risposta chiara ed esaustiva sulla questione! Oggi vogliamo sapere se quella teoria è sempre valida, in quanto la questione è semplice da risolvere: se vale sempre tale assunto, e se cioè a Cassari esisterebbe davvero una locale di ‘ndrangheta che avrebbe poteri decisori su chi debba vincere le elezioni, allora noi saremmo stati sostenuti dalla ‘ndrangheta per ben due volte, così come oggi sarebbe stato sostenuto chi ha vinto le elezioni. Ma se tale teoria non è invece valida, allora la locale di ‘ndrangheta non esiste a Cassari, o se esiste non si interessa di politica, e noi, contrariamente alle accuse mosse nei nostri confronti proprio dalle autorità sinora, non siamo mai stati sostenuti dalla ‘ndrangheta, né da essa guidati e quindi siamo stati ingiustamente mandati a casa! Ed anche chi ha vinto oggi, in quest'ultimo caso, lo ha fatto senza sostegni controindicati e per libera scelta degli elettori!
Credo, sig. ministro, sig. prefetto ed autorità varie, che non sia una domanda tanto difficile cui rispondere, ma credo altrettanto fermamente che a tale domanda debba pervenire una tempestiva risposta, soprattutto per rispetto dei cittadini che si sono visti depredare del proprio voto per ben due volte, e presumibilmente anche ingiustamente!
Un'ultima questione: nell'ambito dei due scioglimenti del consiglio comunale di Nardodipace sono stati passati in rassegna i rapporti parentali, le frequentazioni e le appartenenze praticamente di tutti coloro che si sono occupati sinora di politica e di tantissimi cittadini. Credo che si abbiano già concreti ed esaustivi elementi su ogni candidato almeno delle due liste principali, e sono persuaso che quanto ritenuto in passato da chi ha svolto gli accertamenti non possa essere oggi smentito. Dunque, traiamo ogni indispensabile conclusione alla luce di questi pochissimi punti: i componenti delle liste, i sostenitori e raccoglitori attivi di voti, i risultati ottenuti dai singoli candidati e complessivamente dalle liste. Ogni ulteriore considerazione appare inutile.
Certo che la mia riflessione non sia affatto infondata, rimango rispettosamente e pazientemente in attesa di riscontro alla presente, confidando nel sereno e oggettivo lavoro di tutte le autorità competenti.
Romano Loielo
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