Venerdì, 15 Gennaio 2016 12:23

Dote occupazionale e Garanzia giovani, da destra a sinistra due facce della stessa medaglia

Scritto da Bruno Greco
Letto 1328 volte

Le iniziative europee per frenare la disoccupazione giovanile hanno avuto sempre il loro fascino, soprattutto per l’assessore di turno che ambisce al facile portafoglio comunitario per poter mostrare da subito il suo impegno fattivo in qualità di amministratore. Ma, in Calabria, è sempre meglio mantenere l’atavico tabu sul denaro, che la politica preferisce dispensare a piccole dosi (o meglio a soddisfazioni professionali gratuite) in previsione di future campagne elettorali, per non allontanare troppo la consegna delle briciole dalla presenza del popolo alle urne.

Ogni iniziativa per combattere la disoccupazione (si fa per dire) ha sempre seguito, con puntualità proppiana, una struttura che racconta la stessa storia: inizio con la grande promessa, intermezzo con il lavoro gratuito o con il mancato inserimento, e l’immancabile finale che segna il bluff dell’iniziativa con i fondi finiti chissà dove a causa dei ritardi della burocrazia e della politica. Il carattere principale rimane l’amministratore di turno, che di quel bluff si fa vanto per le prossime elezioni e viene rieletto dopo avere scaricato le colpe ai fantasmi. 

Finita la legislatura Scopelliti, alla Regione Calabria nessuno si sarebbe mai aspettato che con i giovani il dipartimento Lavoro avrebbe potuto fare peggio che in passato. La politica regionale si passa il testimone del grande bluff nell’infinita staffetta tra destra e sinistra, abituata a critiche di parata ma unita nel tacito partito della nazione sempre fermo con le chiappe sulla poltrona. 

DOTE OCCUPAZIONALE - La grande iniziativa dell’amministrazione Scopelliti viene pubblicata sul Burc n. 47 del 23/11/2012 (Decreto n. 16402 del 16/11/2012). L’occasione diventa ghiotta prima per l’assessore Stillitani e poi per l’assessore Salerno, subentrato alla guida dell’assessorato. Il metodo è semplice: la domanda e l’offerta di lavoro possono incontrarsi tranquillamente in base alle esigenze del lavoratore (laureato under 35) e del datore di lavoro. Il datore, attraverso una propria manifestazione di interesse, inserisce la propria offerta lavorativa mostrando la figura di cui ha bisogno; il lavoratore già iscritto sceglie una delle offerte proposte giocandosi la possibilità di essere assunto. In palio 20mila euro da distribuire al giovane laureato in due anni e di seguito l’obbligo di assunzione da parte del datore di lavoro che ha usufruito dell’incentivo e della figura professionale. Un progetto politico ampio, che avrebbe potuto creare 1600 posti di lavoro così distribuiti per provincia: 550 per Cosenza, 450 per Reggio, 300 per Catanzaro e 150 per Vibo e Crotone. La barzelletta si sarebbe conclusa con le graduatorie definitive arrivate con due anni di ritardo (agosto 2014), a ridosso delle elezioni regionali, l’obbligo per gli iscritti (giovani svantaggiati) di conciliare la domanda-offerta nel giro di sei mesi, e l’impossibilità di erogare la dote per due anni a causa dei ritardi nella stesura delle graduatorie definitive. Conclusione, un nulla di fatto sfociato nell’ennesimo tentativo di offrire fumo in cambio di voti. 

GARANZIA GIOVANI - Al periodo più buio per la regione Calabria si affianca un vento di “aria nuova” con il governatore Oliverio, politico navigato, forte di sondaggi e gigantografie che lo dipingevano come eccelso amministratore alla Provincia di Cosenza. Al suo fianco il primo eletto (nonché rieletto) Carlo Guccione, a tenere le redini del dipartimento Lavoro in qualità di assessore, fino al polverone sollevato dallo scandalo Rimborsopoli che ha portato allo smantellamento dell’esecutivo e alla sostituzione del buon Carlo con l’assessore Federica Roccisano. Questa volta a risolvere il problema disoccupazione giovanile ci avrebbe pensato il progetto Garanzia giovani. L’analisi proppiana si ripresenta: inizio con la grande promessa, intermezzo con lavoro gratuito o mancato inserimento, immancabile finale-bluff. Anche in questo contesto è facile cogliere un’opportunità di lavoro: si parte con un tirocinio formativo di sei mesi, finito il quale il datore di lavoro riceve gli incentivi per passare all’assunzione del tirocinante. A partire da maggio 2015 i tirocini attivati fino ad oggi sono stati circa 4600. Un numero impressionante, rappresentato da giovani sotto i 29 anni speranzosi di ottenere un posto di lavoro per non essere costretti, come tanti coetanei, ad abbandonare la regione o addirittura il Paese. Il buon proposito resta uguale ma l’antifona è sempre la stessa: i ragazzi lavorano ma le retribuzioni non arrivano mai. Fino ad oggi sono stati 4 i decreti di pagamento emessi dalla Regione Calabria e visibili sul sito istituzionale nella sezione “formazione lavoro”. Ma dei 350 tirocinanti ammessi al finanziamento su 4600 (risorse previste attualmente solo fino al 31 luglio) quasi nessuno ha percepito un euro e in più nemmeno sa come deve fare per ottenere il rimborso. Per avviare un confronto sulla situazione, alquanto assurda, sono nati diversi gruppi sui social network al fine di comprendere come si potranno ottenere questi benedetti soldi. In un primo momento molti dei tirocinanti sono stati costretti anche ad aprire un conto corrente (il che comunque comporta delle spese) per ottenere il rimborso. Ad oggi, stando alle parole dell’assessore Roccisano, seguite all’interrogazione del consigliere Graziano, le risorse saranno erogate direttamente dall’Inps ed esigibili in Posta. Il mistero si infittisce e qualcuno si chiede già se in realtà queste risorse ci siano veramente o meno. 

Chissà se una pur piccola soluzione sarà possibile all’alba di nuove elezioni.

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)