È il caso dell’ex carcere mandamentale di località San Rocco, alle porte di Serra San Bruno. Un immobile storico, recuperato grazie all’impiego dei fondi comunitari Pisl-Calabria, per un importo complessivo di circa 560mila euro. Ad aggiudicarsi i lavori nel dicembre 2013 era stata un’impresa edile con sede legale in Campania, la stessa che aveva poi portato a compimento i lavori, con la consegna definitiva arrivata nel novembre 2014, durante la gestione dell’ex sindaco Bruno Rosi.

Da lì in poi nulla pare essersi mosso, tantomeno con l’avvento dell’amministrazione comunale di centrosinistra guidata dal sindaco Luigi Tassone, che tuttavia ampio spazio aveva destinato alla struttura nel programma elettorale della lista La Serra Rinasce. Ma ai due anni di nulla di fatto, gli ultimi del lustro amministrativo di Rosi, si sono aggiunti adesso altri dodici mesi di immobilismo. Dell’apertura dei locali, che secondo la destinazione d’uso avrebbero dovuto ospitare un museo/pinacoteca, non si sa ancora nulla. Una struttura che rischia, dunque, di assumere tutti i connotati della piccola cattedrale in un deserto in cui i luoghi delegati alla cultura latitano ormai da troppi anni. Nel maggio scorso, inoltre, proprio nei giorni dell’insediamento della nuova amministrazione comunale, era stato regolarizzato l’iter di registrazione al catasto dell’immobile, con specifica destinazione d’uso a “carattere museale”.

La vecchia struttura, con estensione di 630 metri quadri di superficie (1600 metri quadri complessivi se si considerano anche i giardini esterni), versava in completo stato di abbandono da ormai diversi decenni e, come già detto, era stata recuperata grazie all’impiego di fondi comunitari per 560mila euro, ai quale si erano poi aggiunti ulteriori 250mila euro per la realizzazione dei lavori complementari, utili a rendere pienamente fruibile la struttura. Insomma, un luogo di cultura pronto all’uso, già strutturato per ospitare spazi espositivi e multimediali, reso idoneo alla fruizione anche da parte delle persone diversamente abili, ma che da qualche anno, a collaudo amministrativo effettuato, è stato nuovamente relegato all’abbandono che lo ha abitato nell’ultimo mezzo secolo.