Come del resto era prevedibile, la speculazione che stiamo subendo, da quella parte di popolazione del mondo che ha in mano risorse e ricchezza, che altrimenti chiamano “crisi”, non ha risparmiato Serra San Bruno. Che volete? Sarà stata l’acqua sporca, deterrente per quanti hanno preferito non esporsi al vituperato liquido made in Alaco, sarà stata la totale assenza di un ufficio predisposto alla ricezione turistica, fatto di agenzie, di siti operativi, di tecnici delegati alla predisposizione di quelle condizioni che poi permettono e garantiscono un generale aumento dell’Indotto tanto agognato in Serra ed in Calabria molto più generalmente. Eppure ricordo la compagine elettorale che ora amministra questa dimenticata cittadina dell’entroterra calabrese, che tra le tante corbellerie esplose dai berlusconiani palchi, parlava di una fantomatica Capitale Europea del Turismo Religioso.
Effettivamente scegliere le Serre come meta dei propri viaggi potrebbe essere considerata un’ipotesi per tutti quelli che si occupano di paradossi, di esempi al negativo, di dove c’era e di dove si poteva. Negli anni sessanta in Serra si organizzavano i percorsi naturalistici con tappa alle numerose fonti di acque minerali. Fonti libere naturalmente. Ora, e da una parte meno male che è stato messo alla luce, si parla dello schifo dell’Alaco, del quale ancora e con insistenza, da parte mia e da parte di tutti gli altri attivisti che stanno portando avanti questa battaglia, si chiede la chiusura e la destinazione di quel sito ad altra attività, che non sia quella di bacino idrico per acque potabili. Un paese, dove tra il Santuario di Santa Maria e la Certosa si sta costruendo un inceneritore, senza che nessuno si sia preso la briga di informare la cittadinanza. Ah, pardon, mi correggo. Si chiama Bio Massa, perché hanno scoperto che quando c’è di mezzo la parolina Bio, sembra tutto più bello e tutto più pulito, che non fa male, come quello yogurt che fa andare di corpo. Purtroppo non è cosi. Vorremmo capire se ci sono distanze minime tra un bestione simile e i centri abitati. Vorremmo capire come fa una cosa simile a nascere nel centro del Parco delle Serre. E, se le nostre paure (Alaco docet) sono vere, ci siamo giocati anche l’aria. Si, ma non fa male. Quando non è un dolore fisico come lo si sente quando si vede il proprio paese che potrebbe essere un Paradiso in terra, trasformato in una bolgia infernale solo per adorare il Dio denaro, senza nessun pensiero, nè per questa, nè per le prossime generazioni. Un paradiso governato e abitato da dannati. Dannati nel vedere il proprio popolo assopito, e che il massimo di quello che riesce ad esprimere nella rivolta è il ballare a piedi nudi una pseudo tarantella al cospetto di sedicenti star di paese che si attaccano sulla bocca parole vuote che mai hanno riscontro concreto nella società e nelle lotte che dovrebbero essere portate in Piazza, ma con i bastoni. Della stessa gente che batte le mani con entusiasmo quando l’ebete del cugino si è candidato e gli ha promesso il posto per il figlio e i cessi a San Rocco. Ipotetico cugino che poi dovrebbe tutelarlo, dovrebbe capire, voltare pagina, mostrare di voler tutelare i cugini che lo hanno votato. Invece la contropartita sono cinque mesi di ausiliario del traffico. Un paese, Serra, stranissimo. Riesce a ben profetizzare, ad esempio, già tanti giorni prima i nomi dei vincitori di un concorso e non riescono a vedere cosa sarà Serra tra dieci anni con la piega che abbiamo preso. Veleni ed economia completamente al collasso, e la cosa peggiore, nessuna progettazione, anzi, la progettazione è quella che tristemente si è presentata quest’estate ai nostri occhi. Serra Capitale Europea del Turismo Religioso. E al nostro Bruno Rosi, spetta di diritto il titolo di Presidente di questa sua Capitale.