Lunedì, 15 Ottobre 2012 14:01

Scopelliti, Pasquale e gli Egiziani. Serra San Bruno, diario di bordo

Scritto da Salvatore Albanese
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mini egizianiSerra  è come un dado matto. Se lo lanci per aria sei sicuro che prima o poi riatterra. Inizia a girare su se stesso e quello che ne esce fuori finché non si ferma è sempre un’incognita. All’ombra della Certosa l’ultimo mese è stato pieno di sensazionali colpi di scena. Inaspettato come i parenti dall’Argentina rincontrati dopo 20anni a ‘Carramba che sorpresa’, ti ritrovi, pronto ad inaugurare il nuovo sentiero naturalistico, il Presidente Scopelliti. Le telecamere puntate addosso, i coriandoli ed i palloncini colorati attorno. Proprio lui, Scopelliti in persona. Il disertore. Invitato quattro volte per discutere dell’ospedale serrese ha sempre rifiutato, anzi taciuto.

Poi, in un mite lunedì d’ottobre, finalmente arriva a Serra e ti aspetti che centinaia di persone, almeno quelli che passano i pomeriggi su facebook e nei bar a chiamarlo mafioso ed incapace, siano al tuo fianco armati del coraggio che ci vuole per dire le cose in faccia e non solo con il mouse in mano. Niente. Eravamo in meno del previsto, ma ci siamo fanti sentire. Eccome. All’indomani tutti ti fermano, ti stringono la mano e ti dicono ‘Bravo!’.

La stessa settimana, per commemorare la scomparsa di Pasquale Andreacchi, caso inspiegabilmente bistrattato dalla magistratura e dai media, la famiglia dello stesso Pasquale e l’Associazione ‘Libera’ organizzano un corteo che funga anche da monito a delinquenza e criminalità. Anche stavolta niente. Eravamo ancora in meno. Il corteo lo abbiamo fatto comunque e lo faremo anche l’anno prossimo. Il ricordo di Pasquale è vivo, sperando che intanto la giustizia faccia il suo corso.

Poi domenica sera, verso le sei, mentre San Bruno in processione si ritira, la violenza becera riemerge. Cruda ed adolescenziale. I primi germogli della mala pianta che verrà. Un gruppo di ragazzi serresi sfida, con tanto di coltello, i dirimpettai egiziani. Oggetto del conteso: “Se non paghi, nel MIO paese non stai in pace”. Allora, come direbbe Lubrano, la domanda nasce spontanea: ma chi glielo ha detto a questi ragazzini esaltati che il paese, Serra San Bruno, è LORO? Forse tutti quei cybernauti che stanno davanti al PC a contestare il mondo e non scendono mai per strada a coltivare i loro buoni propositi fra le menti. I parolieri su internet, anche stavolta, sono stati tanti, sono stati belli e soprattutto avevano tutti ragione. Ma domani, di grazia, che facciamo?

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