Sabato, 30 Gennaio 2016 12:44

Non è un paese per sindaci

Scritto da Salvatore Albanese
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Non è una condizione maturata a seguito di un’improbabile rivoluzione anarco-insurrezionalista grazie alla quale il popolo si autodetermina al potere, né tantomeno è il frutto di una nuova riforma ministeriale che sbaraglia, di punto in bianco, ogni ruolo e gerarchia amministrativa. È piuttosto lo specchio, nudo e crudo, di una campagna elettorale quasi entrata nel vivo, a Serra San Bruno, ma nella quale, assai stranamente, ogni potenziale competitor sembra non aver ancora definitivo quali possano essere le personalità di punta per le liste, almeno due, da schierare ai blocchi di partenza. Ergo, mancano ancora  i “sindaci” ufficiali o aspiranti tali.

Insomma, si respira tutt’altra aria rispetto a cinque anni fa, quando di questi tempi era già pronta e matura la struttura portante delle liste che avrebbero concorso per il rinnovo degli organi amministrativi locali. Bruno Censore, ad esempio, aveva già reso nota la candidatura – a capo della lista “Città degli abeti” – dell’avvocatessa Rosanna Federico, presentata pubblicamente con largo anticipo, nell’agosto 2010, durante l’appuntamento annuale della “Festa de l’Unità” promossa dal Partito democratico nella centralissima piazza Azaria Tedeschi. Poi, nell’ottobre successivo, per l’ala dirimpettaia del centrosinistra, durante una conferenza stampa tenuta dalla compagine “La Serra”, era arrivata la presentazione del candidato a sindaco Pino Raffele, ex consigliere provinciale fortemente sostenuto dal primo cittadino uscente Raffaele Lo Iacono.

Tavola già apparecchiata anche sul fronte centrodestra, dove già nel dicembre 2010 – e quindi anche in tal caso con largo margine d’anticipo rispetto ai tempi attuali e rispetto, soprattutto, al voto del successivo giugno – il leader del Popolo delle Libertà, Nazzareno Salerno, aveva sentenziato la candidatura a sindaco, senza se e senza ma, dell’attuale primo cittadino Bruno Rosi. Il tutto a discapito degli altri contendenti, tra i quali Mirko Tassone, a sua volta uscito dal partito berlusconiano per andare a formare, da aspirante primo cittadino, una quarta lista con la quale scendere direttamente in campo, “Al lavoro per il cambiamento”.

Tutto irrisolto invece oggi, quando mancano soli quattro mesi al voto e ancora meno alla consegna in Comune delle liste ufficiali. Non è noto, allora, se la condizione di stallo sia frutto del caso o di una rodata strategia politica che i maggiorenti dei partiti locali starebbero mettendo in atto, in procinto, forse, di studiarsi dai rispettivi angoli, come i pugili all’inizio del round.

La sensazione, in realtà, è che un po’ ovunque si registri una buona dose di prudenza e insicurezza. Certo, il centrosinistra dei nuovi-vecchi alleati Censore e Lo Iacono, qualche indicazione in merito pare già averla data: il favorito per la candidatura alla carica di sindaco resta ancora il giovane Paolo Reitano, segretario da quattro anni del locale circolo del Pd, e che incarnerebbe a dovere la figura del nuovo “rottamatore” renziano, giovane, determinato e affidabile, con le maniche della camicia bianca raccolte all’altezza dei gomiti. Ma forse proprio l’inesperienza amministrativa starebbe facendo vacillare quella che, almeno fino a qualche settimana fa, sembrava una sicurezza assodata per il centrosinistra, tanto che, assai stranamente – nonostante la compagine chiami a raccolta simpatizzanti ed attivisti ormai con cadenza settimanale tra conferenze stampa, convegni, feste ed incontri pubblici vari – il nome del candidato a sindaco non è stato finora ufficializzato.

Ancor più in ritardo sembrano essere i piani del centrodestra, dove negli ultimi giorni si è fatta largo l’ipotesi di un’alleanza fra le due anime di Forza Italia Serra San Bruno. Ma sembra davvero una missione impossibile che i “salerniani” e i “mangialavoriani” possano arrivare alla sintesi giusta per l’identificazione di un candidato a sindaco condiviso, capace di rappresentare e garantire entrambe le fazioni. «I programmi vengono prima del candidato» si è sentito più volte proferire di recente, ma l’impressione è che un progetto al quale manca la testa, sia un progetto già in partenza traballante. Senza dimenticare poi che il primo cittadino (quello in carica) Bruno Rosi, avrebbe confidato più volte, a pochi intimi, la ferma intenzione di provare il bis.

Tra poco più di 120 giorni si vota, ma Serra San Bruno sembra ancora priva del sindaco del futuro. «Allegria», auspicava con cordiale ottimismo il defunto Mike Bongiorno. 

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