Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Potrei non credere in te, perché molte volte la delusione e la disillusione hanno superato l’ottimismo. Potrei non credere in te, ma ci credo. Perché esiste una Calabria diversa. Ed io l’ho vista. Non ha un colore politico e non promette le solite cazzate. Non c’ha manco un nome. C’è, nell’aria. La sento.
Quando quel giorno una signora con gli occhiali andava a dire alla gente del paese che avrebbe fatto costruire un nuovo ospedale ho capito che questa amara terra ha ancora dentro di sé il seme della cattiveria. Quando poi al richiamo verbale di un vecchio di paese, che di promesse non mantenute ne avrà sentite a iosa in ottant’anni di vita, è stato brutalmente apostrofato dalla signora con gli occhiali e bollato come “solito disturbatore” allora sì ho capito che non solo il seme della cattiveria esiste, ma esiste e difficilmente potrà andare via in tempi brevi. Lei, di nome Enza Bruno Bossio, a Cetraro ci era andata per fare passerella pro-referendum a pochi giorni dal voto. Portava con sé un bagaglio di promesse mai mantenute, convinta di poter illudere la gente a sposare una causa poi persa in cambio di un nuovo ospedale. Ma esiste una Calabria diversa, l’ho vista. Era lì tra i sostenitori della signora con gli occhiali, aveva circa ottant’anni e si era rotto le scatole di “faravole” e minchiate.
Quando quel giorno il signore che doveva cambiare questa terra amara, raccogliendo pure un fottìo di voti, veniva condannato pure in Appello per la corresponsabilità nel “Caso Fallara”, ho visto crollare definitivamente un modello per molti anni giudicato come salvezza. La Calabria si è levata dalla palle Peppe Scopelliti, forse la persona politicamente più pericolosa.
Una classe dirigente che se ne fotte apertamente, che ha la più scarsa produttività d’Italia in Parlamento il che, tradotto, vuol dire andare a Roma, scaldare la sedia e intascarsi lo stipendio a fine mese. E sono gli stessi di ogni paese che tentano di raccontare ogni giorno una verità diversa. Lo fanno direttamente o facendo parlare le loro truppe del web, ancor più sciacalli dei loro padroni perché vendono la loro dignità per le briciole, tentando poi di ingannare la povera gente che in una terra amara come questa ha soprattutto bisogno di speranza.
I nemici sono tanti e sono ancora in giro a fare del male alla gente di Calabria. I nemici sono loro.
Loro e chi sotto spicciolo pagamento continua a fare il gioco di un sistema marcio che produce ancora povertà per tutti e ricchezza e potere per pochi.
C’è una Calabria diversa, la vedo, la sento, la ascolto.
Quando i disoccupati alzano la voce e quando quei pochi che il lavoro ce l’hanno muoiono pure per un pezzo di pane. È successo, sono loro i nostri eroi. Il loro sacrificio, benché già dimenticato dalle istituzioni, è vivo e sta lì a ricordarci ogni santo giorno quanto la strada da perseguire sia quella dell’unione popolare e del fronte compatto contro gli imprenditori che per mantenere i propri privilegi quotidiani scommettono sempre meno sul capitale umano e sempre più sulle cene costose che - ne sono convinti - miglioreranno l’immagine dell’azienda e di conseguenza la qualità del lavoro.
Ma c’è una Calabria diversa. C’è, ne sono sicuro. E poi l’ho vista davvero. L’ho vista perché quella gente siamo noi. Noi che nonostante la sventura di vivere in mezzo agli sciacalli continuiamo a scegliere da che parte stare. E il nuovo anno, per l’ennesima volta, ci darà la grande opportunità: stanarli, riconoscerli, prenderli a calci. Ad uno ad uno.
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