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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Una bella esperienza. Una di quelle difficili da dimenticare per un gruppo di ragazzi di Gerocarne che, nei giorni scorsi, si sono esibiti per la tradizionale festa di Sant’Antonio nella comunità cattolica di Egg, comune del Canton Zurigo che conta poco meno di 8mila abitanti.
I ragazzi che hanno preso parte all'iniziativa sono stati preparati musicalmente dal maestro Peppino Calabrese che, in qualità di direttore “dell’Associazione bandistica città di Gerocarne” e forte della sua esperienza musicale, ha indirizzato il gruppo – quasi interamente composto da giovani che suonano all'interno della banda - affinché si esibisse nel miglior modo possibile.
I giovani che hanno partecipato al viaggio sono: Bruno Schiavello, Fabio Caglioti e Nazzareno Caglioti ai clarinetti; Sandro Calabrese e Francesco Schiavello ai sax-tenore; Domenico Mamone al flicorno-baritono; Leo Pullella, Anna Papillo e Domenico Papillo alle percussioni; Micuccio Pelaia e Davide Putrino alle trombe; Marco D’Elia al flicorno-contrabasso e Diego Sabatino al Corno. Ad accompagnare i giovani è stata la fotografa Michela Falcone.
A consentire il viaggio da Gerocarne ad Egg è stato direttamente l'ex parroco del piccolo centro del Vibonese, don Salvatore Lavorato, ora in servizio nella chiesa di Zurigo, al quale i ragazzi rivolgono i «più sentiti ringraziamenti» per aver, nei fatti, non solo «permesso di vivere una bella esperienza ma, soprattutto, per averci consentito di condividere dei bei momenti e di trascorrere del tempo in compagnia in una terra straordinaria come quella svizzera».
L'esibizione si è tenuta sabato 13 giugno nella comunità di Pfàffikon, con un concerto caratterizzato da bellissime marce, allietando i presenti e soprattutto le orecchie più esperte in materia di musica.
Il momento clou, però, è stato senza dubbio domenica 14 giugno quando, per le vie di Egg, si è tenuta la processione in onore di sant’Antonio, celebrata da don Salvatore, assieme alla numerosa folla giunta da tutto l’Oberland-Glattal.
Un momento di grande rilevanza per quanti vi hanno partecipato, non tanto per la processione in sé, quanto piuttosto perché questo momento di aggregazione, da qualcuno, è stato interpretato come un ritorno al passato, come se si fossero ritrovati nelle tradizionali processioni italiane. Un momento, dunque, dove non è mancata l'emozione da parte di chi si è visto catapultato indietro nel tempo e ha rivisto, dunque, con fede il Santo Rosario, accompagnato dalle marce eseguite alla perfezione dai ragazzi di Gerocarne.
Al termine della messa, un festosissimo momento di comunione nel salone principale, ha tenuto uniti tutti, giovani e meno giovani, in un brindisi con vino bianco, rigorosamente italiano, canti tradizionali, marce, inno di Mameli e tanti sorrisi che raccontavano la felicità di questo ponte, Svizzera-Italia, per il quale gli italiani residenti in Svizzera sentono di «esprimere i più vivi ringraziamenti a questi ragazzi».
In una realtà bella ma allo stesso tempo così triste per mancanza di giovani qual è quella della chiesa svizzera, il weekend tutto italiano ha portato un soffio di freschezza e gioventù davvero emozionante.
Gli italiani giunti in terra elvetica per lavoro, ma da sempre legati alle proprie origini, si sentono infine di «omaggiare questi ragazzi per i giorni trascorsi insieme con la speranza di rivederli presto in un’altra esibizione».
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