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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
VIBO VALENTIA – «La soppressione di un punto di aggregazione culturale come la biblioteca comunale rappresenta una ferita inferta all'intera comunità, per la quale non esiste giustificazione alcuna».
L'associazione “Isola che non c'è”, rappresentata dal presidente Concetta Marzano, non intende indietreggiare di un millimetro e, in totale solitudine, continua a battersi contro la chiusura della struttura di via Palach, disposta dal primo cittadino di Vibo, Nicola D'Agostino, a causa dell' «inagibilità dell’immobile» che, secondo quanto riferiscono da palazzo Luigi Razza, sarebbe stata causata dal «distacco dell'intonaco del soffitto in diversi punti dello stabile, causato da infiltrazioni di acqua piovana nonché dalla mancata messa in sicurezza dell'impianto elettrico».
Il sodalizio, rappresentato dall'avvocato Angelo Calzone, da mesi starebbe cercando – invano – di arrivare ad un punto di incontro con l'amministrazione comunale ma, nonostante le continue richieste di dialogo, ad oggi non ha ricevuto alcuna rassicurazione da parte del Comune e, per questo, ha deciso di presentare un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo in sostanza l'annullamento della deliberazione della giunta comunale, avente ad oggetto “Biblioteca comunale di Vibo Valentia – Valorizzazione – protocollo d'intesa con il Sistema bibliotecario vibonese. Apertura sezione bibliotecaria comunale di Vibo Marina”, adottata nella seduta del 15 dicembre 2014; della deliberazione del Consiglio comunale avente ad oggetto l' “Approvazione del piano delle alienazioni e del piano delle alienazioni per il triennio 2014/2016 ai sensi e per gli effetti dell'articolo 58 della legge n. 133/2008 di conversione del decreto legge n. 112/2008”, adottata nella seduta del 19 dicembre scorso, nella parte in cui include, tra gli immobili alienabili, anche l'edificio in cui ha sede la biblioteca comunale, per il prezzo di 880 mila euro. Allo stesso modo, l'associazione “Isola che non c'è” chiede altresì l'annullamento di ogni altro precedente, connesso o conseguente, con la riserva di impugnare gli atti esecutivi che saranno adottati in prosieguo.
In merito al provvedimento con il quale l'amministrazione comunale ha disposto la chiusura della biblioteca comunale per una presunta inagibilità dell'immobile, il sodalizio ritiene che «la presunta inagibilità al 90% dell'immobile non è supportata da alcun atto tecnico, perizia o stima, e la decisione si pone in insanabile contrasto con la circostanza che, all'immobile stesso, sia stato attribuito un valore rilevatissimo (880mila euro), se si pensa che tale immobile sarebbe praticamente da demolire. Le questioni, dunque, sono due: o l'immobile vale 880mila euro o è inagibile al 90%».
In conclusione, e facendo riferimento ad una presunta alienazione dell'immobile, l'associazione “Isola che non c'è” considera questo come un atto di «finanza creativa» ma – concludono - «non un serio tentativo di individuare gli immobili non necessari alla comunità cittadina».
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