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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Continua a Vibo Valentia – che in questi giorni si è trasformata in centro di fermento per le varie vertenze sull’emergenza occupazionale – anche la lotta contro la chiusura della biblioteca comunale di via Jan Palach.
La struttura, in seguito all’ordinanza n.1/2015, varata dal primo cittadino Nicola D’Agostino, era stata chiusura al pubblico. Il provvedimento – sulla base del sopralluogo effettuato cinque giorni prima dal responsabile dell’Ufficio tecnico comunale – determinava l’inagibilità dell’immobile per via del «distacco dell'intonaco del soffitto in diversi punti dello stabile, causato da infiltrazioni di acqua piovana nonché dalla mancata messa in sicurezza dell'impianto elettrico». Sulla base di quanto trasmesso, quindi, dal responsabile del settore competente del Comune di Vibo, era stata disposta l’immediata interruzione delle funzioni erogate al pubblico dalla biblioteca comunale. Un provvedimento destinato a durare almeno fino a quando «non verranno eliminate le condizioni che ne hanno determinato la chiusura» attraverso adeguati interventi di messa in sicurezza dei locali.
Da qui le legittime levate di scudo delle diverse associazioni, che temono che il provvedimento, apparentemente di carattere temporaneo, possa trasformarsi in un atto definitivo. Ecco perché, diversi sodalizi della città di Monteleone, hanno avviato da lunedì 16 febbraio – giorno della chiusura – una serrata lotta a tutela dell’importante «baluardo di cultura» e del patrimonio, librario e non solo, conservato al suo interno. Tra tutti, a dare man forte al fronte pro biblioteca, si è mobilitata in particolare l’associazione “L’isola che non c’è”, che ha anche presentato una lettere pubblica per chiedere l’annullamento dell’atto sottoscritto da D’Agostino, ritenendo «pretestuose le motivazioni addotte», e per contestare l’assenza di una relazione tecnica e del relativo «parere del comitato di gestione, della Soprintendenza e del consiglio» in allegato alla delibera che ha determinato, di fatto, la chiusura della biblioteca omettendo però di indicare tempi certi per la riapertura. Missiva alla quale, però, il primo cittadino non ha ancora risposto.
Allora, per esortare ancora una volta l’amministrazione al passo indietro, sempre l’associazione vibonese “L’isola che non c’è” – con il supporto del Forum delle Associazioni, del Comitato Civico di sopravvivenza e di tanti altri cittadini – ha avviato la campagna denominata “Un euro per la cultura”: una raccolta fondi da destinare poi alla ristrutturazione della biblioteca, in maniera da garantire il ripristino delle condizioni di agibilità dell’immobile, considerato dallo stesso sodalizio «l’unico luogo di ritrovo per ricerca, studio, sviluppo della curiosità intellettuale ed, attraverso le manifestazioni in essa organizzate, di crescita personale, culturale e sociale».
Nella riunione tenuta lo scorso mercoledì sono state definite, quindi, le modalità per l’avvio della raccolta fondi, a cui, contestualmente, si è pensato di affiancare un’altra singolare iniziativa: all’inferriata che cinge la biblioteca, il prossimo mercoledì 11 marzo, potrebbero venire agganciati centinaia di lucchetti. Un gesto simbolico – un po’ come avveniva a Roma sul Ponte Milvio, nel cuore di Parco Sempione a Milano o al muretto di Alassio in Liguria – ma con una valenza sostanziale ben diversa. Perché nel caso della città di Monteleone, più che di “lucchetti dell’amore” si tratterebbe di “lucchetti della cultura”. Il tutto in un sit-in allegro e pacifico al quale, si spera, possano prendere parte numerosi cittadini e che potrebbe finalmente servire a smuovere le coscienze di una classe politico-amministrativa che guarda probabilmente alle biblioteche o ai centri di aggregazione e di cultura in genere, come freddi elementi marginali di mero arredo urbano.
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