SORIANO - Il giorno della memoria e del risveglio delle coscienze. La comunità sorianese, sconvolta per l'agguato che è costato la vita a Filippo Ceravolo, 19 anni, innocente, si è riversata ieri sera in piazza stringendosi in un grande abbraccio attorno a Martino e Anna, i genitori del giovane ucciso il 25 ottobre scorso tra Soriano e Pizzoni, caduto in un agguato di 'ndrangheta perchè scambiato per un altro. Migliaia di persone si sono unite in un lungo corteo silenzioso che ha attraversato tutto il paese. Dalle finestre scendevano candide le lenzuola che la gente ha appeso in segno di solidarietà, di partecipazione ad un lutto insopportabile nella sua ingiustizia.
Le vecchiette si affacciavano dalle finestre dei vicoli del centro storico con gli occhi lucidi, perchè nonostante le tante primavere vissute è fortissimo il peso della morte di un innocente. Sono nonne, mamme, e Filippo è un loro figlio, è il figlio di un'intera comunità che ieri sera ha lanciato un messaggio forte di solidarietà alla famiglia Ceravolo e di ribellione alla protervia mafiosa. Soriano si è fermata, il paese sembrava congelato, fermo, attonito, mentre il corteo attraversava il centro abitato. Le fiaccole hanno illuminato i passi cadenzati dei sorianesi che non vogliono più vedere allungarsi l'elenco dei morti ammazzati. Gli studenti, i bambini, sono i primi a ricordare Filippo, sanno che la vita di un innocente, come loro, è stata spezzata per mano mafiosa. Sentono forse più dei grandi il peso dell'ingiustizia e il dovere della memoria. All'arrivo del corteo diversi gli interventi degli organizzatori e di rappresentanti politici e istituzionali. Risuonano in piazza la parole, dure come pietre, di Rocco Mangiardi, testimone di giustizia, e di Matteo Luzza, rappresentante di Libera e fratello di una vittima innocente della mafia.
Quando la manifestazione è finita, mentre si stringono tante mani e le fiaccole si spengono, tra la folla c'è il volto di Martino: parla, nel suo silenzio; racconta il dolore immane ma dignitoso di un Uomo, la disperazione muta e inconsolabile di un Padre. E' a lui e alla sua famiglia che bisognerà stare vicini. Sempre. Ora che i riflettori si spegneranno, che ognuno tornerà alle proprie vite, la differenza la faranno le persone che, in silenzio, senza apparire, continueranno a stare vicino ai familiari di queste vittime innocenti. Solo con queste persone, solo con chi sta dalla parte delle vittime, di chi denuncia e combatte la 'ndrangheta ogni giorno, si potrà riscrivere una storia nuova per questo territorio, che non dovrà più piangere per le vite spezzate dei suoi figli.
(foto Domenico Scalamogna)