Fantasie d’arredo urbano, probabilmente, apprezzate dai massimi vertici istituzionali che nella giornata di oggi hanno inaspettatamente ordinato lo sgombero dei locali dell’ex Centro Diurno comunale. Uno stabile sotterraneo, abbandonato da diversi anni a questa parte, ed i cui “avanzi” campeggiano da questa mattina indisturbati all’entrata della centralissima piazza Nicola Calipari, proprio alle spalle del locale ufficio postale.

Brande, lavandini ed altri sanitari, erbacce, armadi, cartoni e sacchi in plastica scura pieni di rifiuti di ogni genere. C’è di tutto nella discarica tirata su in poche ore proprio in adiacenza alla sede del Mercato Coperto comunale di Serra San Bruno. I lavori di sgombero sarebbero stati stranamente effettuati, dalle prime ore di oggi, dagli operatori in servizio presso il Parco Naturale Regionale delle Serre Calabre, pronti dunque – molto probabilmente in accordo alle disposizioni dettate dall’amministrazione comunale di Serra San Bruno – ad abbandonare «la gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali, delle specie di flora e fauna selvatiche dell'Area protetta» per andare a stanare, molto più semplicemente, la sporcizia annidata nei locali in disuso del Comune.

Inspiegabilmente, piuttosto che caricare l’immondizia direttamente su un mezzo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani ed autorizzarne, magari, l’immediato trasferimento verso l’Isola ecologica comunale, si è pensato bene – ancora, probabilmente, su indicazione dell’amministrazione guidata dal primo cittadino Bruno Rosi – di lasciare il gioioso cumulo di rottami, avanzi e sporicizia, ad arricchire il design urbanistico-architettonico della ridente cittadina della Certosa.

Ma, alla trovata dei locali amministratori, si sta nel corso di queste ultime ore aggiungendo il diffuso ed altrettanto gradito malcostume di diversi cittadini, pronti ad arricchire la variegata gamma di lerciume, anche con l’immondizia prodotta direttamente nelle proprie abitazioni. Ecco allora, a portata di mano, la discarica comunale a cielo aperto in pieno centro urbano, perché insomma – sembra si stiano chiedendo i cervelli più brillanti – se ad imbrattare sono in primis le istituzioni, perché non posso farlo anch’io?