Sabato, 24 Gennaio 2015 10:17

Serra, è ancora allarme randagismo. Ma le istituzioni latitano

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SERRA SAN BRUNO – In questi ultimi anni di amministrazioni se ne sono susseguite alla guida della cittadina della Certosa, sia di centrodestra che di centrosinistra.

Ma, nonostante tutto, quello del randagismo, continua ad essere un problema che, ormai da parecchio tempo, si sta diffondendo a macchia di leopardo in tutto il territorio comunale. La quantità di cani liberi di gironzolare per le vie del paese in qualsiasi orario del giorno è, ormai, incontrollato e, se le autorità preposte – in primis l'amministrazione comunale - non assumono impegni per arginare il problema, c'è il rischio concreto che, prima o poi, i randagi aggrediscano qualche passante. Se poi si aggiunge che, molto spesso, i cani sono alla ricerca di cibo tra i tanti cumuli di spazzatura sparsi per le vie del paese, allora è chiaro che il problema diventa ancora maggiore.

A nulla, dunque, è valso fino ad ora l'impegno di alcune associazioni animaliste sparse sul territorio che, negli ultimi tempi, hanno provveduto di tasca propria a provvedere all'acquisto dei farmaci per la cura di alcuni randagi. La stessa sensibilità l'hanno dimostrata alcuni ragazzi che, sul popolare social network Facebook hanno creato un gruppo dal nome “Adottiamo un cucciolo a Serra San Bruno e circondario” che, ad oggi, conta all'incirca 1000 membri. La risposta dei privati cittadini all'appello lanciato da alcune associazioni che, da tempo, tentano di dare un rifugio ai nostri amici a quattro zampe è stata immediata.

Non si può dire che abbia fatto altrettanto l'amministrazione comunale guidata dal sindaco, Bruno Rosi, che, fino ad oggi, si è limitata nel lontano 2012 a siglare una convenzione per il recupero ed il ricovero dei cani abbandonati, grazie alla collaborazione del canile “Oasi Canina” di San Gregorio d'Ippona. Ad oggi, però, il problema si ripresenta puntuale nella sua drammaticità, senza che nessuno si decida a prendere seri provvedimenti. Ciò nonostante, ci sia un'apposita legge statale - la n. 281/91, recepita dalla nostra Regione nel 2000 – che prevede, oltre alla responsabilità delle Aziende Sanitarie, anche quella di Comuni, i quali in sostanza dovrebbero, tra le tante cose, assicurare anche la presenza di strutture in grado di provvedere al ricovero e alla custodia temporanea dei cani. Cosa che, purtroppo, non è stata fatta. Le lamentele dei cittadini, però, sono sempre più frequenti e, forse, è giunto il momento che, chi di dovere, si assuma le proprie responsabilità, di fronte ad un totale disinteresse per un problema che, a distanza di tantissimi anni, ancora nessuno è riuscito nell'intento di risolvere definitivamente.

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