Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Si sono conclusi lunedì scorso a Serra San Bruno, con la cerimonia di consegna degli attestati, i corsi di potatura e innesto organizzati dall’Arsac (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese, ex Arssa) e dall’Aiab (Associazione Italiana per l’agricoltura biologica).
Il percorso formativo, fanno sapere gli organizzatori, svoltosi a partire dal 4 settembre e per un totale di oltre 40 ore di lezioni in aula ed esercitazioni in campo, è stato rivolto ad operatori del comparto e appassionati della materia in genere.
«In virtù della collaborazione con l’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria/Dipartimento di Agraria – si legge nella nota stampa – anche agli studenti universitari e quelli degli istituti tecnici e professionali agrari hanno potuto acquisire “crediti formativi”, utili per il loro corso di studi».
Le lezioni in aula sono state svolte all’interno della sala convegni del Parco regionale delle Serre.
Gli organizzatori ci tengono ad evidenziare come questo percorso formativo sia «parte integrante del complesso di attività previste nell’ambito del progetto “Il Giardino delle Esperidi - Salvaguardia della biodiversità erbacea e frutticola, dal Pollino all’Aspromonte”, finanziato attraverso i fondi del Psr-Calabria 2007/2013».
Un progetto nato da un’Associazione Temporanea di Scopo grazie al partenariato pubblico tra Aiab, Arsac, Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Reggio Calabria e Firab (Fondazione italiana ricerca agricoltura biologica e biodinamica).
Un programma pluriennale che ha come obiettivo primario la salvaguardia di varietà/ecotipi frutticoli ed erbacei, tipici della biodiversità, mediante azioni di conservazione condotte attraverso pratiche di coltivazione biologica.
«Questo progetto – dichiarano le associazioni – può rappresentare uno strumento efficace per la salvaguardia delle varietà a rischio di erosione ed estinzione genetica, minacciate dall’abbandono delle aree rurali e dal cambio di destinazione d’uso dei terreni. Inoltre, mira a proporre attività di carattere conservativo-produttivo nelle aree-parco».
Per realizzare le attività di conservazione della biodiversità regionale sono state chiamate le professionalità dei vari attori coinvolti, anche dei Csd (Centro sperimentale dimostrativo) dell’Arsac e di aziende agricole e vivaistiche interessate dalle tematiche del progetto.
«I campi di “conservazione” e di “nuova costituzione” – si precisa nella nota – saranno gestiti, da agricoltori conservatori, secondo un’impostazione agronomica prestabilita, che prevede: l’analisi dei terreni, la semina, la messa a dimora e la coltivazione delle varietà selezionate, studi e tecniche di miglioramento genetico, rilievi delle fasi fenologiche e la caratterizzazione del germoplasma. secondo le linee di “buona pratica” del MiPaaf. Completano il progetto, incontri formativi ed informativi per agricoltori, seminari , laboratori didattici, giornate divulgative».
Per quanto concerne il comprensorio delle Serre vibonesi, l’azione di conservazione si sta realizzando presso l’azienda di proprietà di Carè Pietro, sita in località “Mongianella” del comune di Arena. L’assistenza tecnica è fornita dal Divulgatore agricolo/ P.agr. Domenico Pascali, che opera nel Centro Arsac di Serra San Bruno. Qui si è arrivati all’impianto di circa 5000 mq di piante (portainnesti) di varie specie fruttifere, «sulle quali saranno, quindi, innestate antiche varietà ed ecotipi di mele, pere, ciliegie, prugne di Fabrizia, pesche e nocciola Calabrese, al fine del loro recupero conservativo».
Le lezioni/esercitazioni sul campo, si sono svolte presso l’azienda agrituristica “Il Fondo dei Baroni” (ubicata in località “La chiusa” di Serra San Bruno), presso il Centro “Villa Vittoria” del Cfs in Mongiana (dove si è visitato il percorso dei “frutti perduti”) e nella suddetta azienda Carè, al fine di esaminare i portainnesti del campo di recupero e conservazione, nonché le varietà di fruttiferi oggetto del recupero.
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