Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo
I rifiuti pubblici in Calabria ancora sono lontani dal trovare una stabilità e soprattutto una ordinarietà. Se pur sulla carta siamo fuori dall’emergenza, nella pratica e nei fatti ancora lo siamo. Infatti gli impianti non riescono a garantire i conferimenti con continuità e soprattutto non c’è sbocco per il conferimento della frazione organica; se non per l’apporto di alcuni impianti privati che in minima parte riescono ad alleggerire le difficoltà del sistema pubblico.
Inoltre il 2015 si apre con un ingiustificato aumento delle tariffe di conferimento, per la frazione indifferenziata e per la frazione organica, che mette a repentaglio lo sforzo di quelle amministrazioni comunali che hanno già da tempo iniziato un percorso virtuoso o che lo stanno avviando in questo periodo. Infatti dal 1 gennaio si è passati a dover pagare € 148 per tonnellata di indifferenziato e € 92 per tonnellata di organico, contro le precedenti tariffe che erano rispettivamente € 92 ed € 42.
L’aumento della tariffa di conferimento per la frazione indifferenziata potrebbe trovare una sorta di giustificazione quale strumento disincentivate e stimolare le amministrazioni comunali a spingere il più possibile sul consolidare o avviare la raccolta differenziata, ma del tutto inconcepibile è l’aumento sulla frazione organica. L’aumento, o meglio il raddoppio ed oltre, della tariffa di conferimento per la frazione organica mina alla base gli sforzi delle amministrazioni locali che chiedono ad ai cittadini di impegnarsi nella raccolta differenziata a fronte di un ottenimento di sconto sul pagamento annuale. Ciò difficilmente o quasi certamente non potrà verificarsi nel 2015 rispetto a quanto pagato nel 2014, anche per quelle realtà che rappresentano l’eccellenza in Calabria. Facendo un esempio pratico, consideriamo un comune virtuale che produce all’anno 100 tonnellate di rifiuti totali e che ha raggiunto nel 2014 la percentuale di raccolta differenziata del 50%. Come conferimento nel 2014, questo comune virtuale, avrebbe pagato 50 tonnellate a 92 € per un ammontare di € 4.600 e come frazione organica circa 20 (sulle altre 50 differenziate) a € 42 per un ammontare di € 840. In totale questo comune avrebbe affrontato una spesa complessiva di conferimento pari a € 5.440. Ora ipotizziamo che nel 2015 lo stesso comune, sempre con 100 tonnellate di produzione all’anno, aumenti anche la percentuale di differenziata fino al 60%; conferirà 40 tonnellate di indifferenziato a € 148 per un ammontare di € 5.920 e produrrà di frazione organica differenziata (sulle 60 tonnellate totali di differenziata) 30 tonnellate a € 92 di costo per un ammontare di € 2.760; pertanto in totale il nostro comune dovrà sborsare ben € 8.680. Perciò ci troviamo difronte alla negazione stessa di uno dei principi e delle bandiere della raccolta differenziata ossia “più differenzi meno paghi”, infatti il comune virtuale, pur aumentando la percentuale di raccolta differenziata (da 50% a 60%) dovrà pagare maggiori oneri di conferimento che con molta probabilità, ma sarebbe meglio dire quasi certamente, si rifletteranno sui cittadini chiamati a pagare l’imposta sui rifiuti.
Perciò è inutile sforzarsi di fare o perseguire la raccolta differenziata? Assolutamente no, l’aumento della percentuale differenziata per il 2015, viste gli ingiusti aumenti dei conferimenti regionali, può permettere di contenere la spesa sull’imposta che altrimenti sarebbe davvero eccessiva. Bisogna però essere chiari con i propri cittadini dicendo a cosa vanno incontro in questo anno, se le tariffe rimarranno queste come sembra essere. Avremo un possibile contenimento rispetto a quello dovuto senza la differenziata ma con estrema difficoltà si potrà far pagare meno di quanto pagato nel 2014, anche per quelle realtà che propongono percentuale di raccolta differenziata elevate.
Ma come mai sono state aumentate le tariffe di conferimento? Perché la regione, l’anno scorso, ha proceduto ad una semplice operazione contabile, ossia: ho un importo che rappresenta la mia spesa per la gestione del sistema impiantisco e questo importo lo devo recuperare dagli incassi per l’anno successivo. Una semplice operazione sulla carta per arrivare ad ottenere un pareggio di bilancio.
Pareggio di bilancio fittizio, poiché i comuni quasi certamente non avranno la forza di poter far fronte a questi aumenti sconsiderati e le difficoltà saranno ancora maggiori. Difficoltà frutto di scelte sbagliate ed errori di concezione della passata gestione tecnica e politica. Poteva sicuramente essere avviata per tempo una attenta analisi della struttura del costo di gestione degli impianti pubblici, per verificare quali contenimenti sarebbero potuti essere intrapresi, quali tagli necessari, quali investimenti per rendere produttivi degli impianti che ancora oggi sono del tutto inadeguati sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Eppure il tempo necessario, anche se limitato, c’è stato, infatti la regione ha assunto la piena funzione nel marzo del 2013 e per tutto il resto di quell’anno nulla, sulla strada dell’analisi dei costi e delle possibili correzioni, è stato fatto.
In questo quadro l’aumento delle tariffe, perpetrato nel 2014, è ancor più ingiustificato dal fatto che comunque gli impianti non assicurano i conferimenti e in particolare la frazione organica non è avviabile a recupero in nessun impianto pubblico ma a supplire questa mancanza ci sono alcuni impianti privati che supportano pochissimi comuni. Impianti privati chiamati con estremo ritardo e che avrebbero potuto offrite la loro azione di sollievo già nel 2013, anche questa una scelta del tutto errata. Non interessare gli impianti privati ricadenti nel territorio regionale, seppur privati, ma conferire rifiuti extra-regione con costi enormemente elevati.
In definitiva per questo inizio di 2015 e forse, con molta probabilità, per tutto il resto dell’anno avremo un aumento delle tariffe di conferimento ma senza un adeguato servizio o peggio ancora un’assenza, per alcune periodi, dei conferimenti. Continueremo a dover pagare ed ad avere numerose difficoltà per scelte errate fatte nel passato di cui nessuno rende conto.
Nicola Tucci - Centro Studi Dei
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