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Uno sfogo carico di disappunto quello della dottoressa Manuela Russo, diffuso oggi tramite una lettera pubblicata dal Corriere della Calabria, rispetto agli atti di vandalismo che hanno riguardato 5 dispositivi di monitoraggio allestiti nei boschi delle Serre nell’ambito del progetto Pon "Ambi.Tec.Fil.Legno". Una ricerca portata avanti dal Cream-Sam, che intende porre in evidenza «la vera ricchezza che si trova nei boschi della nostra Calabria», rappresentata in particolare da «una biodiversità di cui si vuole studiare, proteggere e far conoscere l'importanza».
A guidare gli studi il dottor Stefano Scalercio impegnato, assieme alla sua equipe, ad approfondire la biodiversità e la sostenibilità ambientale dell'utilizzo del bosco attraverso dei bio-indicatori insospettabili: le farfalle notturne. «Le ricerche in corso – spiega la Russo – hanno già portato alla luce interessanti novità riguardanti la biodiversità regionale, molte delle quali scoperte nel territorio di Serra San Bruno. Gli innovativi dispositivi di monitoraggio, chiamati trappole luminose, hanno di recente attirato la curiosità degli abitanti del circondario, a causa delle vistose luci viola apparse nei boschi nel cuore della notte; così, qualche isolato e zelante individuo, acclarato che non si trattasse di apparizioni mistiche, come inizialmente ipotizzato, deve aver stabilito che 9 trappole luminose fossero troppe, si sarebbe venuto a sapere troppo sulle riservate farfalle e le fitte foreste che da secoli rendono la nostra terra naturalisticamente pregiata. Così 5 trappole luminose sono state vandalizzate, depredate della componente elettrica, e rese inutilizzabili, il tutto a beneficio del nulla».
Il fatto è stato denunciato ai carabinieri, già allertati dopo un primo furto avvenuto nell’agosto scorso. Gli uomini dell’arma si sono prontamente attivati e hanno dato supporto agli sfortunati ricercatori, che hanno inoltre reso noto l'accaduto alla segreteria comunale e alla direzione del Parco Naturale Regionale delle Serre.
«Tuttavia – ha aggiunto la Russo – le risorse sono limitate e tant'è, non c'è molto che si possa fare per acciuffare dei semplici vandali di conoscenza, fosse anche solo per distruggere le loro ambizioni da neobriganti allo sbaraglio. Tanto ormai il prezzo della conoscenza, le svariate centinaia di euro di materiale rubato o distrutto, è stato già pagato. Si può, allora, abbandonare il campo, lasciare questa terra in mano all'ignoranza di quei pochi individui e rinunciare a sapere, a far sapere che la Calabria è ricca di risorse naturali ancora sconosciute, che la Calabria è anche ricerca scientifica e tutela dell'ambiente ad alti livelli? Ci troviamo costretti a raccontare, che si sa, chi si fa gli affari suoi campa cent'anni».
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