Il veicolo presenta tutti i confort ed i requisiti strumentali richiesti, secondo la normativa vigente in materia, per le prestazioni sanitarie di prima assistenza effettuate dalle autoambulanze di tipologia A. Questo, però, non svolgerà servizio in integrazione al vecchia automezzo, ormai fatiscente, ma si limiterà a sostituirlo, continuando quindi ad agire  come unico veicolo di soccorso a disposizione del Suem-118 dell’ospedale serrese.

In tal senso, rispetto all’esigenza – già sollevata da tempo – di assegnare una seconda autoambulanza al “San Bruno”, importanti evoluzioni potranno, però, registrarsi nelle prossime settimane. I vecchi automezzi infatti «saranno – secondo quanto riferito dal direttore responsabile Telesa – sottoposti ad un’opera di restyling, per poi essere riassegnati sul territorio». La speranza è che la riassegnazione possa guardare con grande attenzione proprio all’ospedale di Serra San Bruno, presidio di un territorio montano dove spesso la presenza di un solo automezzo di soccorso può dimostrarsi insufficienze, sia per via della conformazione geografica del Distretto sanitario, sia per la precarietà della rete viaria, sia, soprattutto, per l’estensione territoriale. Il “San Bruno” infatti copre un’utenza di oltre 37mila abitanti,  che corrisponde a tutto il versante delle Serre Calabre, costituito da 19 Comuni (Serra San Bruno, Acquaro, Arena, Brognaturo, Capistrano, Dasà, Dinami, Fabrizia, Gerocarne, Mongiana, Nardodipace, Pizzoni, Simbario, Spadola, Soriano Calabro, Sorianello, San Nicola da Crissa, Vazzano e Vallelonga).

Saranno nel complesso tre le nuove ambulanze impegnate sul territorio vibonese, di cui una dedicata esclusivamente alla rete neonatale e le restanti due alle emergenze territoriali. Si tratta di un primo piccolo passo, dunque, verso il ripristino di un servizio sanitario che si dimostri, quantomeno, qualitativamente capace di garantire i livelli essenziali di assistenza. Adesso la speranza, per quel che riguarda i veicoli adibiti al soccorso, è che si possa provvedere il prima possibile a rimettere in sesto i vecchi automezzi del parco macchine dell’Azienda sanitaria provinciale per poi, concretamente, utilizzarli come seconde autoambulanze o, quanto meno, come mezzi di tipologia B con opportuna dotazione di attrezzatura assistenziale e relativa equipe medica, adoperabili in maniera da garantire il trasporto di pazienti infermi o infortunati verso gli ospedali maggiori ubicati su tutto il territorio regionale.