Martedì, 03 Febbraio 2015 08:42

Nardodipace, arrestato il sindaco Romano Loielo

Scritto da Redazione
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È finito in arresto, posto al momento alla misura dei domiciliari, con l’accusa di truffa aggravata, il primo cittadino di Nardodipace Romano Loielo, 43enne, appuntato della Guardia di Finanza in aspettativa dal 2007, quando era stato eletto per la prima volta sindaco del piccolo centro delle Serre.

Nell’ambito delle operazioni che hanno portato all’arresto di Loielo i carabinieri della compagnia di Serra San Bruno, congiuntamente a quelli della stazione di Nardodipace, con il coordinamento del Comando provinciale di Vibo Valentia   hanno eseguito, complessivamente, quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e dodici obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Vibo su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal procuratore Mario Spagnuolo. L’inchiesta, denominata “Uniti per la truffa” riguarderebbe una truffa aggravata di centomila euro, commessa ai danni dell'Unione Europea, dello Stato e della Regione Calabria. Gli indagati si sarebbero appropriati illegittimamente della somma, erogata a loro favore sotto forma di fondi pubblici ottenuti tramite il Por Calabria , allo scopo di finanziare una serie di attività poste in essere da alcune associazioni e corsi di formazione professionale mai sostenuti. L’indagine riconosce particolare rilevanza alle attività svolte da diverse associazioni tra le quali una società di calcio gestita da Romolo Tassone, figlio del presunto boss Rocco Bruno, quest'ultimo attualmente detenuto dopo il suo arresto nell’ambito dell’operazione “Crimine” condotta nell’estate del 2010.

Oltre alle misure cautelari personali, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo «per equivalente», ai fini della confisca di liquidità, di beni mobili o immobili nella disponibilità degli indagati – sequestro a cui ha collaborato la Guardia di Finanza di Vibo – per un valore corrispondente all’illecito profitto del reato.

L’inchiesta vede coinvolti anche la moglie del sindaco Loielo, Claudia Ienco, di 35 anni (fittiziamente assunta nella società fantasma denominta “Allarese Calcio” il cui titolare risulta essere Romolo Tassone); un assessore comunale, Maurizio Maiolo, di 40 anni e la rispettiva moglie, la 32enne Marinella Iacopetta. Per loro è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I cognati dell’assessore Maiolo (dunque fratelli della Iacopetta), Salvatore e Maurizio Iacopetta, di rispettivamente 40 e 37 anni, erano stati arrestati nel novembre scorso dai carabinieri del Ros di Milano, accusati di aver costituito un "locale" di ‘ndrangheta radicata nelle province di Como e Lecco ed operante in parte del territorio regionale. Maiolo era già stato consigliere di maggioranza della prima amministrazione comunale guidata da Loielo, sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2011.

I provvedimenti di oggi hanno interessato oltre a Romano Loielo e Romolo Tassone, Fabio Rullo e Mario Carrera, (quest'ultimo attualmente all'estero). Nel complesso sono dodici i soggetti sottoposti all'obbligo di firma alla polizia giudiziaria: Maurizio Maiolo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Claudia Ienco, Lucia Primerano, Marinella Iacopetta, Marisa Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandro Randò. Tutti sono destinatari di un sequestro di 97mila euro ciascuno. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti risulta esserci anche un'organizzazione di volontariato nei cui locali è stato trovato uno studio dentistico abusivo, ma anche un pub, destinatario dei fondi che non ha mai però esercitato l'attività. Tutti i finanziamenti erano stati ottenuti tramite il Por Calabria.

Loielo era già stato protagonista di concitate vicende giudiziarie: divenuto sindaco per la prima volta nel 2007, era poi stato dichiarato incandidabile in seguito ad un’inchiesta atta a fare luce su presunte infiltrazioni mafiose che avrebbero influenzato le attività poste in essere dall'Amministrazione comunale di Nardodipace da lui presieduta, sciolta nel 2011. La Corte d'Appello di Catanzaro, in seguito, aveva però accolto un ricorso presentato proprio da Loielo, consentendogli così di ricandidarsi e di essere rieletto per la seconda volta nella tornata amministrativa del 2013.

 

 

 

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