A prendere parte all’iniziativa, oltre al Capo dell’Utg vibonese e alle associazioni “Gemes” di Lamezia Terme, “Arci Pesca Fisa” di Vibo e “Stella del sud” di San Nicola da Crissa, c’erano, soprattutto, nove primi cittadini in rappresentanza di altrettanti comuni ubicati, in gran parte, sul litorale tirrenico: Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea, Ricadi, Pizzo Calabro, Joppolo, Nicotera ed il comune capoluogo Vibo Valentia. 

A dare impulso all’iniziativa, già nel corso delle scorse settimane, era stato lo stesso prefetto Bruno, che ha dunque avviato l’iter conclusosi ieri con la sottoscrizione, da parte dei soggetti che hanno deciso di aderire al progetto, del protocollo che permetterà, dunque, l’impiego in attività di volontariato di un numero consistente di migranti approdati nei mesi scorsi sulle coste italiane. 

Il progetto – hanno fatto sapere gli intervenuti – viene avviato come una sorta di fase preliminare sperimentale, e sarà poi esteso anche ad altri Comuni della provincia che intenderanno avvalersi dell’ausilio dei migranti da impiegare in diverse attività di pubblica utilità, quali la cura delle aiuole, dei parchi e delle aree adibite a verde pubblico, ma anche in piccoli interventi di manutenzione alle arterie stradali interne, alle piazze e alle spiagge. Dal canto loro le amministrazioni dovranno provvedere a garantire la copertura assicurativa per i migranti, fornire gli strumenti e le attrezzature necessarie per svolgere i lavori, promuovere eventuali incontri formativi per l’avvio alle attività in cui gli stessi migranti vengono impiegati. Ogni attività sarà chiaramente offerta come prestazione a carattere volontario, e quindi gratuita.

Un esercito di volontari, dunque, pronti a beneficiare anche moralmente di un “segnale diverso” per la loro integrazione, in una progettazione condivisa per tutte le parti chiamate in causa.