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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
L'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, non ci sta.
A seguito del blitz scattato nella mattinata di ieri, che ha portato all'arresto di 44 persone nell'ambito della seconda tranche dell'inchiesta su "Mafia Capitale", l'organizzazione criminale che faceva capo all'ex terrorista nero, Massimo Carminati, l'esponente politico di centrodestra, candidato alle ultime Europee con la lista Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale, non intende passare per colui che avrebbe in sostanza ottenuto, per questa competizione, il sostegno della potente consorteria mafiosa dei Mancuso di Limbadi e, nel respingere ogni accusa, lo stesso Alemanno in una nota afferma: «Bisogna finirla con questa balla della 'ndrangheta che, attraverso la mediazione di Buzzi, mi avrebbe fatto convergere voti in Calabria alle elezioni europee del 2014. I numeri parlano chiaro: nei due comuni di riferimento del clan Mancuso – si legge nella missiva -, che sarebbe stato contattato da Buzzi, io ho preso un numero ridicolo di preferenze. A Limbadi ho preso solo 5 preferenze su 981 votanti e al comune di Nicotera 14 preferenze su 1901 votanti. Questi sono i due comuni dove, secondo le risultanze delle inchieste della magistratura, c’è il maggior radicamento del clan Mancuso e non è pensabile che se questo clan si fosse mobilitato a muovere voti nei miei confronti i risultati sarebbero stati questi. Credo che tutta questa congettura derivi dall’ennesima millanteria telefonica di Salvatore Buzzi, ma in ogni caso io non ho mai ottenuto ne tantomeno richiesto aiuti elettorali da clan mafiosi».
Gianni Alemanno, dunque - già indagato per concorso esterno - nega ogni accusa. Ma a poco più di un giorno dall'operazione portata a termine dai carabinieri del Ros, emerge un altro particolare di non poco conto, sempre relativo al presunto sostegno del clan che Alemanno avrebbe chiesto tramite Salvatore Buzzi. A rivelarlo sono L'Espresso e il Corriere della Calabria. In sostanza, dalle carte dell'inchiesta emergerebbe che esattamente due giorni prima della competizione elettorale, dall'account di posta elettronica probabilmente gestito dallo staff di Alemanno partiva una mail diretta a Giovanni Campennì, considerato dagli inquirenti l'uomo di fiducia dei Mancuso in “Mafia Capitale”. All'interno della mail c'era tutto il materiale elettorale necessario per far votare l'ex sindaco di Roma: la data delle elezioni, le modalità di compilazione della scheda, nonché il fac-simile della scheda elettorale precompilata. Almeno questo è quanto si evince dalle carte degli inquirenti. Siamo al 23 maggio 2014, esattamente due giorni prima dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. La mail dall'account di posta elettronica di Alemanno partiva alle 10.54 e, undici minuti prima, Campennì aveva ricevuto una telefonata da una donna «la quale, nell’asserire di rappresentare la segreteria di Giovanni Alemanno, gli riferiva di aver ricevuto il proprio contatto telefonico dalla “Cooperativa 29 Giugno” e di poter inviare il materiale elettorale via email».
Sarebbero state, dunque, proprio queste conversazioni a convincere gli inquirenti del presunto appoggio di Campennì: «Le risultanze consentono di ricostruire la vicenda nei termini che seguono: Buzzi assicurava ad Alemanno il proprio intervento in suo favore, promettendo l’inoltro a un membro del suo staff, Claudio Milardi, di una lista di persone allusivamente chiamate “amici del sud” capaci di esprimere cospicui pacchetti di voti (“che ti possono dare una mano co' ... parecchi voti». Non solo. Secondo gli investigatori, infatti, «la scelta di Campennì e di altri “amici del sud” (tra i quali, Rocco Rotolo e Vito Marchetto) rientrava in una precisa valutazione delle potenzialità che a costoro venivano attribuite: la loro appartenenza a una consorteria ‘ndranghetista, capace di condizionare il voto nella terra d’origine (“i mafiosi che quelli controllano i voti”)».
In sostanza, quindi, lo stesso Alemanno, «sin dalla fine del mese di marzo 2014», si era rivolto proprio a Salvatore Buzzi per chiedere un aiuto alle Europee che, a sua volta, si sarebbe adoperato, riferendo tutto a Carminati il quale, dopo un incontro con l'ex sindaco di Roma presso gli uffici della Commissione Commercio «pe' la campagna elettorale ... una sottoscrizione e poi se candida al sud», riferisce il tutto a Campennì che, su richiesta di Buzzi, si sarebbe messo subito al lavoro alla ricerca di voti per – riferisce Buzzi a Campennì nel corso di una telefonata – «dare una mano all'amico Alemanno».
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