Mercoledì, 28 Ottobre 2020 19:53

L’allarme degli operatori economici serresi: «Il nuovo dpcm è una follia, impossibile andare avanti»

Scritto da Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - La pandemia da Coronavirus ha determinato una crisi economica senza precedenti. A pagarne le spese sono soprattutto i piccoli commercianti, costretti loro malgrado a fare i conti anche con problematiche di altra natura. A distanza di tre giorni dall’entrata in vigore del nuovo dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte, abbiamo ascoltato le opinioni degli operatori economici serresi.

Tra questi c’è Domenico, titolare dello “Scrivo Lounge Bar”, convinto del fatto che «così si rischia il collasso» ed è lui stesso a spiegare perché: «Già facciamo fatica a portare avanti una piccola attività, viste tutte le spese che bisogna sostenere - prosegue Domenico -. Se poi alla crisi sanitaria in atto aggiungiamo quella economica, con la quale siamo costretti a convivere 365 giorni all’anno, il rischio concreto è che diverse attività purtroppo si ritrovino da un momento all’altro a dover abbassare definitivamente la saracinesca». Oltre a essere un piccolo imprenditore che, come tanti, ha scelto di investire su questo territorio, Domenico è componente dell’associazione degli operatori economici “Cartusia”: «Stiamo valutando tutti insieme la possibilità di scendere in piazza pacificamente in modo da mandare un messaggio chiaro all’opinione pubblica. Il nostro territorio, col passare degli anni, è stato privato dei servizi essenziali e questo ha inevitabilmente causato degli effetti negativi sull’economia locale». Da qui l’invito al Governo nazionale a «intervenire al più presto con misure concrete per tutte le attività colpite dalla crisi, perché di questo passo è davvero difficile andare avanti».

Non si discosta più di tanto dall’opinione di Domenico quella di Francesco, titolare della pizzeria “Ciccio il Kom” che, dopo aver vissuto per diversi anni nel Lazio - dove ha lavorato come pizzaiolo - ha deciso di tornare nella sua terra d’origine per avviare una nuova attività imprenditoriale. In queste settimane di chiusura, Francesco - come del resto gli altri pizzaioli - andrà avanti con l’attività da asporto, anche se ha dovuto «mandare a casa due operai». Dal titolare di “Ciccio il Kom” è arrivata poi una provocazione: «Non vi nascondo che sono intenzionato ad aprire comunque nel rispetto delle regole. Io, così come tanti altri colleghi, ho una famiglia da portare avanti e di certo non possiamo sopravvivere con gli “aiuti” promessi dal Governo. Sono consapevole delle conseguenze a cui vado incontro, ma si mettessero loro per una volta nei nostri panni».

Un caso piuttosto singolare è quello di Giuseppe, titolare del “Golden Bar”, il quale solo giovedì scorso ha inaugurato il “Golden Burger”, attività che, per adesso, andrà avanti solo con il servizio d’asporto, nella speranza che quanto prima la crisi da Covid possa essere un lontano ricordo.

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