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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Sono giorni decisivi per il futuro dei lavoratori ex Infocontact che, nonostante gli appelli e i gridi d'allarme lanciati nelle ultime settimane, rischiano di perdere il posto di lavoro, a causa della decisione della 'Abramo Customer Care' di sopprimere i centri periferici di Serra San Bruno e Stefanaconi.
Ad intervenire per fare chiarezza sulla questione e su come le cose si siano evolute negli ultimi giorni sono stati direttamente i commissari straordinari della fallita Infocontact che, in una lettera, si sono rivolti direttamente ai lavoratori, chiamando in causa soprattutto le sigle sindacali: «Registriamo con grande rammarico che, nonostante tutti gli sforzi della procedura per contemperare la salvaguardia del lavoratori con gli interessi dei potenziali acquirenti, la trattativa rischia di non concludersi entro il 14 marzo, data di scadenza dei 25 giorni previsti per legge dall’inizio dell’esame congiunto, a causa delle pretestuose pregiudiziali e delle dichiarazioni politiche delle organizzazioni sindacali nazionali, che hanno impedito di entrare nel merito delle questioni relative alla salvaguardia dei perimetri occupazionali di Lamezia e Rende».
Per la terna commissariale, dunque, «si tratta di un atteggiamento grave, che si spiega solamente alla luce di interferenze di carattere nazionale o comunque riconducibili ad interessi estranei al presente negoziato, che rischia di vanificare il lavoro nostro, delle RSU e dei sindacati regionali, ma soprattutto la salvaguardia dei livelli occupazionali. Nel ruolo commissariale che rivestiamo – prosegue la lettera - sentiamo l’esigenza di ricordare che abbiamo fatto tutto il possibile per ampliare il perimetro occupazionale, anche per quanto riguarda lo staff».
Visto e considerato, dunque, che «non vi sono altri potenziali acquirenti, né ci potrà essere un secondo giro d'asta con risultati migliori di quelli attuali e che in queste ore si giocano le ultime possibilità di salvaguardare il bacino occupazionale, considerando che per ogni giorno che sta decorrendo dall’inizio delle trattative si sta sostenendo un costo giornaliero di oltre 30mila euro per mantenere operativa l’azienda (stipendi del personale, consumi energia, telefonia, etc.), circostanza questa che non fa che sottrarre liquidità alla procedura stessa, riteniamo grave che l’incontro con il potenziale acquirente Abramo sia saltato a causa di un’altra “tattica” richiesta di differimento del tavolo da parte dei sindacati».
La data fatidica, dunque, è quella del 14 marzo. Entro quel giorno le trattative che si stanno portando avanti dovranno avere esito positivo. Altrimenti, come del resto annunciato dagli stessi commissari, verranno aperte le «procedure di mobilità per tutto il perimetro occupazionale. La terna commissariale, dunque, auspica una «presa di coscienza da parte di tutti gli attori seduti al tavolo, a cominciare dalle sigle sindacali nazionali, affinché, ognuno nel proprio ruolo e secondo le proprie prerogative salvaguardi, il perimetro occupazionale, e quindi i lavoratori di Lamezia Terme e di Rende».
Nella giornata di ieri, intanto, alcuni sindacalisti hanno incontrato il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, al termine del quale il capo dell'Utg avrebbe redatto un documento, inviandolo al ministero dello Sviluppo Economico.
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