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Per il momento nulla di definito. Ogni decisione è stata rinviata all'inizio della prossima settimana. Potrebbe essere, infatti, quello del 2 marzo il giorno decisivo per i dipendenti della Infocontact di Serra San Bruno e Stefanaconi che, da alcuni giorni, hanno avviato una mobilitazione per chiedere garanzie sul proprio futuro occupazionale.
La “Abramo customer care”, società che ha acquisito la sede di Lamezia Terme dalla quale dipendono i due centri periferici del Vibonese, infatti, a margine del tavolo tecnico tenuto oggi a Roma, si sarebbe presa ancora una settimana di tempo, al fine di analizzare le proposte arrivate dalle sigle sindacali. Trascorsa la quale dovrebbe arrivare la decisione definitiva da parte dell'azienda che, sostanzialmente, vorrebbe chiudere i centri di Serra e Stefanaconi perché considerati dannosi sul piano economico.
Nella mattinata odierna, intanto, i dipendenti hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla Prefettura di Vibo Valentia dove hanno avuto anche un faccia a faccia con il prefetto, Giovanni Bruno, il quale avrebbe assicurato ai lavoratori che, nel più breve tempo possibile, prenderà personalmente in esame la questione. E' probabile, dunque, che il Capo dell'Utg vibonese, già nelle prossime ore, possa anche arrivare a convocare i vertici della "Abramo customer care". Come già detto, sempre stamane, a Roma, negli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuto un incontro al quale hanno preso parte sia l'azienda che i sindacati. Dalla riunione, però, non sarebbero emerse particolari novità.
«L'azienda – si legge in una nota diffusa dalla Slc Cgil – ha presentato la propria offerta specificando i dati tecnici ed economici della stessa e la sostenibilità di un piano pluriennale che prevede anche investimenti di un milione di euro sullo stabile di Lamezia. Ha analizzato le perdite del ramo di Lamezia di Infocontact nel dettaglio, dichiarando la sostenibilità della propria proposta che permetterebbe di non aver perdite uscendo dalla crisi e dagli ammortizzatori sociali. Noi, come Slc Cgil, confermiamo quindi la posizione, peraltro condivisa con le altre organizzazioni sindacali, che consiste nel completo mantenimento del perimetro occupazionale e delle ore contrattuali. E aggiungiamo come ulteriore punto di caduta il comma 5 art. 47 legge 428/90 che non consente agli accordi sindacali la modifica peggiorativa delle ore contrattuali che restano nella sfera dei diritti individuali dei lavoratori. La Abramo customer care, dal canto suo, si dichiara disponibile ad una prosecuzione della trattativa chiedendo un aggiornamento a lunedì 2 marzo, nel corso del quale si riserva di dare risposte alle rivendicazioni sindacali. Abramo conferma sia un modello di bussiness che non prevede centri di lavoro periferici, che la disponibilità per dare continuità a tutti i lavoratori precari dei centri periferici all interno del sito principale».
Il tutto, dunque, è stato rinviato a lunedì 2 marzo. Solo cinque giorni di tempo, dopodiché si conoscerà il futuro dei dipendenti della Infocontact.
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