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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Sono quaranta i Comuni calabresi interessati dalle sanzioni comminate dall’Unione Europea all'Italia per la presenza sui rispettivi territori di discariche abusive. Una pena salatissima che, come riporta il Corriere della Calabria, riguarda in realtà tutto il Bel Paese, ma che diviene pesantissima per la nostra regione, visto che sugli 80 milioni di euro totali di sanzione, proprio alla Calabria (seconda solo alla Campania) spetta restituire al Mef oltre 16 milioni di euro.
Insomma l'Unione europea ha multato l’Italia per la nutrita presenza di discariche illegali, e poco meno di un terzo dell’ammenda graverebbe proprio sui Comuni calabresi. La sanzione è già stata pagata all’Ue dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha già anticipato gli 80 milioni ma che è adesso pronto a rifarsi sulle diverse Regioni e sui Comuni ritenuti responsabili delle violazioni.
Da qui dunque, al di là della grave condizione ambientale che interessa i vari territori, la seria preoccupazione per una spada di Damocle, quella del crac finanziario, che potrebbe adesso interessare alcuni enti, tanti tra questi piccoli Comuni con, tra l’altro, bilanci già fragili. Non è chiaramente immune alla vicenda il Vibonese, tanto che tra i 40 Comuni coinvolti in tutta Italia, vi sono ben 7 paesi della provincia di Vibo Valentia: Acquaro, Arena, Joppolo, Pizzo Calabro, Ricadi, San Calogero e Sorianello.
La multa – decisa da una sentenza emessa dalla Corte di giustizia europea il 2 dicembre 2014 – riguarda quindi l’inadempimento e la mancata esecuzione delle direttive in materia di rifiuti, ed è stata versata per metà con una “rata” iniziale, mentre la restante parte in sanzioni finanziarie a cadenza semestrale fino a quando non verrà sanata la situazione. Nel 2015 il Mef ha anticipato i 40 milioni iniziali e ha versato anche la prima penalità semestrale di 39,8 milioni di euro, ma i pagamenti – spiega il Corriere – sono avvenuti tenendo conto della rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni.
Ultimo anello della catena quindi proprio le amministrazioni locali, perché ai fini del recupero «degli importi anticipati dallo Stato – si legge nel documento – si invita codesta Regione, quale responsabile in solido con i Comuni in indirizzo, (...) a voler concordare con gli Enti locali le modalità attraverso le quali provvedere al suddetto reintegro che, in base alla normativa vigente, può avvenire anche mediante compensazione, fino a concorrenza dei rispettivi importi, con altri trasferimenti dovuti dallo Stato». Bisogna pagare quanto già “anticipato” dal Ministero e bisogna farlo in fretta, e a pagare dovranno essere quindi i Comuni o la Regione, altrimenti si vedranno trattenere i fondi statali spettanti. «Trascorsi 90 giorni dalla ricezione della presente – aggiunge il provvedimento –, se non ci saranno indicazioni sulle modalità di reintegro, si procederà al recupero delle risorse in questione a carico dei singoli Enti interessati ai sensi della normativa vigente».
Per quel che riguarda il Vibonese il Comune di Acquaro sarà chiamato a “rispondere” della discarica di località “Carrà”; quello di Arena per la discarica di “Lappami”; Joppolo per quella di località “Colantoni”; Pizzo per quella di località “Marinella”; Ricadi per quella di località “Riaci”; San Calogero per quella di località “Papaleo” e, infine, Sorianello per quella di “Pagliai”. Tutte zone site nei rispettivi territori comunali che ospitano discariche, ritenute dunque dall’Ue, abusive e per le quali ogni ente dovrà versare una sanzione di 388.223,50 euro che, altrimenti, sarà trattenuta direttamente dai trasferimenti statali. Una quota che metterebbe letteralmente ko le finanze delle diverse amministrazioni, spingendo gli enti verso l’assodato default.
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