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Direttore responsabile: Bruno Greco
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Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Stamattina, il Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Serra San Bruno – guidato dal capitano Mattia Ivano Losciale – con l'ausilio del personale delle Stazioni dipendenti e di quello dello Squadrone eliportato “Cacciatori” di Calabria, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di una donna e di due uomini di Acquaro, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio e distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere.
I provvedimenti sono stati emessi al termine delle indagini sull’omicidio di Giuseppe Damiano Cricrì, classe '65, operaio di Dinami, incensurato, separato, avvenuto nell'ottobre del 2013 nel comune di Acquaro.
Si tratta di Liberata Gallace, classe '65, della frazione “Piani” di Acquaro, casalinga con precedenti di polizia, ritenuta al momento esecutrice materiale dell'omicidio; Alfonsino Ciancio, classe '88, figlio della donna, nullafacente con precedenti di polizia e Fiore D'Elia, classe '53, amante della Gallace, di Gerocarne, disoccupato, con precedenti di polizia, entrambi ritenuti responsabili della distruzione del cadavere di Cricrì.
Sulla scorta di alcune dichiarazioni rilasciate da persone vicine alla vittima, era stato escluso lo sfondo della criminalità organizzata. Le indagini, condotte con l'ausilio di intercettazioni telefoniche, hanno poi consentito di acclarare che, nella notte del 21 ottobre 2013, Cricrì sarebbe stato attirato in una campagna di Acquaro, in località “Petrugnano”, dalla donna, con cui lo stesso aveva da poco deciso di concludere la relazione sentimentale, con il pretesto di voler avere un colloquio chiarificatore. La Gallace, in realtà, non avrebbe mai accettato la fine del rapporto sentimentale e, in più occasioni, ha assunto dei comportamentali fortemente ingerenti nella vita di Cricrì.
Secondo la tesi accusatoria, l’uomo, nel corso dell’incontro, è stato colpito al volto con un oggetto contundente – come acclarato dagli accertamenti medico-legali – così violentemente e ripetutamente dalla donna, da causargli la morte. Successivamente, la Gallace - con l’ausilio di suo figlio Alfonsino, nonché dell’amante, D'Elia - hanno provveduto a collocare il cadavere di Cricrì all’interno dell’autovettura della vittima, sui sedili posteriori, per poi trasportarlo in una stradina di campagna che si dirama dalla provinciale 4 (Acquaro – Dinami), del tutto priva di illuminazione, dove, con della benzina procurata in precedenza, hanno dato fuoco al cadavere e al veicolo che l’indomani sono stati rinvenuti carbonizzati.
Al termine delle indagini, il pm titolare del fascicolo, Barbara Buonanno, ha richiesto il provvedimento cautelare per i tre soggetti, accusati di omicidio e distruzione di cadavere in concorso tra loro. Richieste accolte dal gip, che il 25 novembre ha depositato l’ordinanza applicativa, eseguita stamattina.
La Gallace è attualmente detenuta presso il carcere di Reggio Calabria, mentre Ciancio e D'Elia in quello di Vibo Valentia a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli interrogatori di garanzia che sono stati eseguiti in mattinata.
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