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“Vogliamo solo lavorare non fateci rinunciare” questo l’sos lanciato dai lavoratori in servizio presso il call center di Serra San Bruno, da oggi in stato di agitazione. Circa quaranta ragazzi, tanti giovani, ma anche madri e padri che rischiano dunque di non poter continuare a garantire un futuro dignitoso a se stessi e alle proprie famiglie, per colpa di un sistema perverso che potrebbe produrre adesso effetti devastanti. I lavoratori, da anni, prestano servizio nel call center che già nei mesi scorsi aveva subito pesanti tagli al personale per via della crisi senza precedenti che ha attraversato l'Infocontact, società impegnata nella commessa Telecom, capace nel tempo di accumulare un debito di circa 80milioni di euro. La stessa azienda aveva subito poi, nel luglio scorso, il commissariamento e la conseguente messa in vendita.
Da qui la gara per la cessione e l’apertura delle buste con le offerte vincolanti formulate dagli aspiranti acquirenti. Una procedura avvenuta già all’inizio del mese e che aveva sancito l’acquisizione e la concessione dei diversi rami aziendali alla holding “Abramo”, pronta ora, si teme, a rivoluzionare l’organizzazione delle diverse filiali ubicate sul territorio. A pagarne le conseguenze, potrebbero essere dunque proprio i lavoratori che operano nel Vibonese, nella sede di via Catanzaro a Serra San Bruno, che – al pari di quella di Stefanaconi – viene considerata “dislocazione periferica”. I dipendenti, secondo quelle che saranno le nuove logiche organizzative della “Abramo”, sarebbero quindi obbligati al trasferimento negli uffici ubicati del Lametino. Soluzione tutt’altro che gradita per i lavoratori di Serra San Bruno, visto in particolare i già bassi stipendi percepiti che permetterebbero di poter sopperire al massimo, esclusivamente, alle spese per i viaggi che con cadenza quotidiana i dipendenti sarebbero costretti ad affrontare, partendo proprio dal territorio delle Serre, per raggiungere le nuove sedi occupazionali.
Unico spiraglio per evitare una situazione che potrebbe spingere tanti lavoratori a rinunciare, è quello riferito alla procedura prevista dall’art. 47 legge 428 che obbliga l’azienda acquirente a comunicare alle parti sociali eventuali modifiche contrattuali, da sottoporre però poi alla conciliazione con i referenti delle sigle sindacali. In tal senso cruciale si dimostrerà l’esito di un tavolo tecnico in programma nel corso della prossima settimana. A riguardo la speranza è che l’incontro possa permettere ai dipendenti di continuare a lavorare in condizioni favorevoli, altrimenti molti di loro saranno purtroppo costretti a rinunciare all’occupazione, non prima però di poter porre in essere azioni di protesta, che – hanno annunciato gli stessi lavoratori – potrebbero essere eclatanti.
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