Si tratta di Gregorio Cavalleri, classe '51, di Dalmine (Bergamo); Vincenzo Musarra, classe '53 di Verdello (BG); Marco Angelo Bosio, classe '67, nato a Crema ma residente a Sergnano (CR); Maurizio Aramini, classe '73 di Taurianova (RC); Gianfranco Vasselli, classe '60, di Viareggio; Angelo Dandini, classe '69, di Anagni (FR); Fabrizio Tragna, classe '73, nato ad Agrigento ma residente a Palermo; Settimio Branchi, classe '54, di Roma; Giovanni Parlato, classe '67, nato a Salerno ma residente a Roma; Paolo Francesco Campanella, classe '68, nato a Castelluccio Inferiore (PZ); Marcello Ranalli, classe '58, nato a Cermignano (TE), ma residente a Giulianova (TE); Carla Rota, classe '62, nata a Bedulita (BG), ma residente ad Almè (BG); Alessandro Rossi, classe '64, nato ad Arezzo, ma residente a Castiglion Fibocchi (AR); Dino Laporini, classe '59, nato a Pontremoli (MS), ma residente a Filattiera (MS); Giovanni Fiordaliso, classe '70, di Reggio Calabria; Consolato Cutrupi, classe '71, di Reggio Calabria; Salvatore Bruni, classe '76, di Catanzaro; Francesco Caruso, classe '69, di Cosenza; Antonio Pio Cannatà, classe '67 di Cinquefrondi (RC); Pietro Lo Faro, classe '59, di Decollatura (CZ); Maria Stella Orecchio, classe '72, di Soriano Calabro (VV).

Oltre all'ipotesi di reato di disastro doloso, dalle indagini sono emerse anche quelle di concessione di lavori in sub appalto senza la prescritta autorizzazione della stazione appaltante, truffa aggravata ai danni di ente pubblico in relazione all’indebita percezione di pagamenti per smaltimento di rifiuti di lavorazione, attestato mediante falsa documentazione, falso materiale ed ideologico commessi nella redazione della contabilità lavori.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche un tratto della strada provinciale 58, in corrispondenza del viadotto sul fiume Mesima e di una strada interpoderale asservita ad un cantiere e di tutte le aree di rispetto adiacenti al tratto dell’A3 che, comunque sia, non verrà chiusa al transito dei veicoli contrariamente alla sp 58, arteria che conduce a Dasà.

Tra le persone indagate, ci sono dipendenti e dirigenti dell’Anas, progettisti dell’opera, responsabili della sicurezza in fase di progettazione e degli aspetti geologici, il direttore dei lavori ed il legale rappresentante della società che ha realizzato l’opera.