Le risultanze del rapporto Istisan 16/9, effettuato nel 2016 e dedicato allo “Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria: obiettivi, metodologia, fattibilità” (a cura di Pietro Comba e Massimiliano Pitimada), approda in consiglio regionale attraverso un'interrogazione presentata da Amalia Bruni (Misto) e rivolta al presidente della Regione Roberto Occhiuto.
Si tratta del dossier che ha inserito tra i casi di studio - oltre a Crotone, Davoli, Lamezia Terme e la Valle dell'Oliva - anche quello delle Serre vibonesi (Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno) dove è stato riscontrato un eccesso di mortalità per tumori totali e in particolare tumori gastrici, e per diverse patologie cronicodegenerative.
Il report curato da Comba e Pitimada è stato inserito nel Piano regionale di prevenzione approvato con Decreto del commissario ad acta per la sanità n° 137 del 31 dicembre 2021 e Bruni dunque chiede a Occhiuto «se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure intenda adottare al fine di individuare in maniera puntuale i fattori di rischio e le cause che determinano simili preoccupanti incidenze e di predisporre un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica e sanitaria nelle aree contaminate della Calabria; quali siano le misure adottate a seguito della collaborazione tra la Regione e l’Istituto Superiore della Sanità alla luce del quadro emerso e da attenzionare; quali iniziative intenda promuovere in riferimento al rapporto tra aree inquinate/patologie tumorali al fine di garantire un opportuno programma di prevenzione, nonché di assistenza sanitaria che salvaguardi la salute dei cittadini; quando e se si intenda mettere a regime il Registro Tumori sull’intero territorio regionale alla luce dell’accreditamento all’AIRTUM al fine di avere un adeguato aggiornamento dei dati inerenti alla mortalità oncologica, fondamentali per l’analisi dello stato di salute di tutta la popolazione calabrese».
«Vista l’incidenza della problematica sull’intero territorio regionale, che oltrepassa l’ambito di competenza della aziende sanitarie provinciali, e i dati particolarmente preoccupanti relativi all’aspetto sanitario, si chiede - conclude l'interrogazione - quali azioni intenda intraprendere nel merito e se ritiene utile e necessario coinvolgere il Dipartimento regionale Tutela della Salute».
Com'è noto i paesi delle Serre vengono indicati in alcuni dossier dei Servizi segreti italiani desecretati nel 2014 come territori in cui, secondo una fonte dell'intelligence, sarebbero stati interrati fusti di rifiuti tossici. Non è mai stato chiarito se e quali risultati abbiano prodotto le verifiche avviate dopo la discovery di quei dossier.
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