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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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È un libro leggendario, ma non può essere trattato solo alla stregua di un feticcio per bibliofili e appassionati di storia locale, né se ne può fare un pretesto per alimentare nuovi campanilismi e vecchie “faide” culturali. L’opera è il “Consiliorum sive responsorum iuris” di Gian Giacomo Martini e, per una fortunata coincidenza, verrà ripubblicata proprio nell’anno in cui Vibo viene riconosciuta come capitale italiana del libro. L’uscita (con Adhoc edizioni e per iniziativa del Sistema Bibliotecario Vibonese) è prevista per il mese prossimo e rappresenta davvero un’occasione preziosa per riscoprire un’opera unica. Perché si tratta, incontrovertibilmente, del primo libro stampato nell’attuale provincia di Vibo ma anche in quella di Catanzaro.
Dietro c’è un lavoro di anni di salvataggio, recupero e valorizzazione. L'autore è Ioannis Iacubus Martini, abate curato, già vicario generale del vescovo di Mileto, di Sanctus Nicolaus a Iunca, Santo Nicola della Iunca (o de Iunco o de Iuncis), Santo Nicola di Vallelonga, l’attuale San Nicola da Crissa. Come ricorda l’antropologo e scrittore Vito Teti nella presentazione, il luogo di stampa è proprio San Nicola, la data è il 15 marzo 1635 e gli stampatori sono Giovan Battista Russo e Domenico Iezzo.
Il recupero, la traduzione completa e l'edizione critica dell’opera vede impegnati da anni giuristi, classicisti e studiosi tra cui lo stesso Teti, Giacinto Namia, Caterina Ferro e Domenico Teti, i cui scritti, traduzioni e note giuridiche – con la collaborazione di Maria Niccoli e Maria Luce Le Pera – arricchiscono il volume in uscita a giugno, che arriva a completamento di un lungo e difficile lavoro su un testo che, essendo scritto in latino seicentesco, non era certo semplice da rendere nella sua ricchezza di contenuti e significati.
La nuova edizione in uscita, tra l'altro, è impreziosita da una vera e propria chicca: la copertina è infatti un foglio manoscritto ritrovato a Napoli che rappresenta un "consiglio" mai pubblicato da Martini. Ciò consente per la prima volta di conoscere quale fosse la grafia dell'autore e quale cura mettesse nel redigere i suoi pareri (la potete vedere in basso alla fine dell'articolo).
L'unica edizione anastatica condotta sulla copia custodita nella Biblioteca "Vito Capialbi" di Vibo e sulla copia della Biblioteca della Deputazione di Storia Patria di Napoli era stata pubblicata quasi vent’anni fa, nel 2003, per Donzelli editore sempre a cura di Teti, con la presentazione di Giuseppe Ceravolo e il patrocinio della Provincia di Vibo. La digitalizzazione del volume era stata effettuata all'epoca dallo Studio Fotografico Giulio Archinà di Cosenza. Tra gli altri ne hanno scritto anche studiosi come Nicola Alberto Mannacio, Tommaso Mannacio e Nicola Gerardo Marchese.
L’opera si compone di 30 “consigli”, ovvero pareri e memorie legali di procedimenti intentati per i motivi più disparati. «Mi limito – scrive Teti – a segnalarne qualcuno. Il primo consiglio è a favore dell’università di S. Nicola a Iunca contro la terra e l’università di Vallelonga. L’argomento portato avanti è: se San Nicola, casale di Vallelonga, per i beni stabili che tiene nel territorio comune e indiviso con la città di cui fa parte - avendo in comune il sindaco, il codice dell’estimo e ogni governo e regime - è tenuto a pagare ad essa le tasse. Un argomento analogo tratta l’ottavo consiglio: se i casali di Torre, Simbario, Brognaturo, San Nicola, Pizzoni e Vazzano sono tenuti a contribuire alle spese di Vallelonga».
Si tratta solo di un assaggio di ciò che può nascondersi nelle pieghe di uno scrigno inestimabile di informazioni che rappresenta un’opera del genere, il cui autore ha scritto anche altri due libri andati smarriti, di cui uno sulla vita, altrettanto leggendaria, di Uccialì, al secolo Giovanni Dionigi Galeni, nato a Le Castella e poi diventato uno dei più temuti condottieri ottomani nonché governatore di Algeri.
L’edizione anastatica si basa sulle due copie esistenti, quella dichiarata da Vito Capialbi e l’altra, identica a quella “vibonese” salvo che nella pagina di copertina e nello stato di conservazione, che è stata rintracciata dal direttore del Sbv Gilberto Floriani ed è custodita, come detto, a Napoli.
Il volume verrà presentato in anteprima nazionale a Vibo in una delle giornate di studio previste per la “capitale del libro 2021". Può essere l’occasione per uscire dalle logiche degli orticelli da coltivare per piccole rivalse localistiche e restituire alla collettività un’opera mitica che testimonia quanto lontane e profonde nei secoli siano le radici culturali di questo territorio.
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