Sabato, 17 Luglio 2021 08:29

Si tagliano gli alberi per fare spazio alle pale eoliche. Nel mezzo del cammino Kalabria coast to coast

Scritto da Sergio Pelaia
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Il progetto parte da lontano, addirittura da un decreto della Regione del 2009. Si tratta di un’autorizzazione rilasciata dal dipartimento Attività produttive (settore politiche energetiche) per la realizzazione di un parco eolico da 62 megawatt nel territorio di San Vito sullo Jonio. Seguono altri due provvedimenti che autorizzano altrettante varianti in corso d’opera. A distanza di un decennio quelle pale eoliche non sono state ancora installate ma adesso, nonostante lo stop all’eolico annunciato dall’assessore regionale all’Ambiente Sergio de Caprio, nella comunità locale divampa la polemica. Ad accenderla una delibera di giunta comunale che, nei giorni scorsi, ha dato il via libera al taglio di 750 alberi per fare spazio a 11 piazzole su cui probabilmente dovrebbero sorgere le pale eoliche. 

Il numero degli aerogeneratori è dunque minore rispetto al progetto iniziale del 2009, ma queste piante (380 di pino laricio, 275 di faggio, 38 di larice, 31 di ontano, 15 di abete bianco, 7 di douglasia, 4 di pino strobo) si trovano in un suggestivo bosco nella zona montana al confine tra San Vito e il Comune vibonese di Polia. Si tratta di un territorio attraversato da molti appassionati di trekking e al centro del cammino “Kalabria coast to coast «che verrebbe intaccato – spiegano i promotori della traversata a piedi dallo Jonio al Tirreno – nella parte più caratteristica: tutti i camminatori che fino a questo momento l'hanno percorso sono rimasti particolarmente colpiti dalla bellezza e dall'atmosfera magica del luogo».

Al di là della polemica politica che ne è subito scaturita, e al netto del «rimboschimento compensativo» previsto dopo il taglio, la vicenda riguarda anche un’intricata questione di concessioni e relativi atti burocratici. L’autorizzazione rilasciata a dicembre del 2010 dal dipartimento Attività produttive per la variante relativa al «potenziamento della linea esistente 150 KW Soverato-Chiaravalle Centrale» sarebbe infatti scaduta il 31 dicembre 2018 e non è chiaro, dagli atti consultabili sul sito della Regione, se sia mai stata rinnovata. Lo stesso discorso varrebbe per la valutazione d’impatto ambientale (Via) del progetto rilasciata dal dipartimento Ambiente che sarebbe scaduta il primo settembre del 2020. 

Non è chiaro, insomma, se il progetto del parco eolico debba essere comunque portato avanti per evitare richieste di risarcimento da parte della società che deve realizzarlo o se ci siano dei margini per evitarlo salvando il bosco tanto caro agli amanti locali della montagna e ai visitatori che lo hanno ammirato. È però certamente singolare che mentre la Regione fa dello stop ai nuovi parchi eolici un suo cavallo di battaglia nell’entroterra, dove da sempre ci si propone di attirare i turisti che affollano solo le coste, si decida di mettere le pale al posto degli alberi e ricavarne, come riporta la delibera, 17.466 euro.

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