Lunedì, 19 Aprile 2021 08:16

Superare il "divario di cittadinanza" mettendo al centro le esigenze delle persone

Scritto da Redazione
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La pandemia per il Sud è stata solo un’ulteriore spinta che ha alimentato l’emigrazione verso altri lidi. L’emergenza sanitaria si è affiancata a un’emergenza cronica, che ha portato nel tempo al depauperamento di servizi essenziali quali la sanità. A parlarne al programma radiofonico “Detto tra noi”, in onda ogni giovedì su Radio Serra, è stato il direttore della Svimez Luca Bianchi. Le differenze tra Nord e Sud, in termini di servizi e qualità della vita, hanno dato luogo a quello che oggi viene definito il «divario di cittadinanza». Uno scarto fattosi più evidente a partire dalla crisi economica del 2008. «L’emorragia di giovani dal Sud – sono le parole di Bianchi – è un fatto accertato ancor prima della pandemia» nonostante il luogo comune che al Sud si viva bene. Aver bisogno di risolvere i propri problemi altrove è da sempre una costante, come la ricerca del lavoro o semplicemente l’emigrazione sanitaria.

C’è poi la scuola, che fa sorgere chiaramente un altro divario, quello sociale che poggia sulle spalle delle famiglie più svantaggiate e che l’istituzione scolastica da sola non riesce a colmare. 

L’EDITORIA PER LA SCUOLA CHE DICE “NO” AGLI UTILI Nello specifico, Luca Bianchi tratta il tema scuola in un libro, scritto a quattro mani con Antonio Faschilla de La Repubblica: “Divario di cittadinanza. Un viaggio nella nuova questione meridionale”. Il volume è stato pubblicato da Rubbettino, casa editrice che ha deciso di rinunciare agli utili, come gli autori ai diritti, per favorire l’acquisto agli istituti scolastici al prezzo di soli 5 euro, al posto di 14. Un modo per diffondere il più possibile l’importante tema permettendo anche l’acquisto ad un prezzo più che economico. Nel testo sono evidenziati a chiare lettere molti dati che ci parlano del divario tra Sud e Nord: servizi per l’Infanzia garantiti in minima parte al Sud rispetto al Centro-Nord, il tempo pieno di 4-5 volte minore con un orario settimanale che, rapportato al quinquennio scolastico, evidenzia come nelle regioni del Centro-Nord si arrivi a frequentare la scuola addirittura di un anno in più. 

POLITICA POCO ATTENTA La responsabilità? Per Bianchi ricade principalmente sulla politica, sia nazionale che locale: «Le risorse – ha continuato – vanno destinate in maniera oculata e a volte garantire servizi per anziani e disabili può essere una scelta migliore della costruzione di una rotonda», giusto per fare un esempio. «Costruire attorno ai bisogni dei cittadini una nuova politica per il Mezzogiorno». Ma al dovere della politica deve anche accompagnarsi la consapevolezza del cittadino, chiamato a mostrarsi in grado di rivendicare un proprio diritto senza per forza dovere aspettare che gli eventi accadano. Dunque, politica e cittadini oggi possono sfruttare «una grande occasione per colmare il divario, il Recovery plan». Qui però devono entrare in ballo le «competenze dei giovani nella pubblica amministrazione» per sopperire alle mancanze che gli enti hanno dimostrato negli anni e perché le sole risorse non bastano ad effettuare gli interventi mirati, ma serve preparazione e capacità. Tenendo da parte provincialismi e posizioni di favore, Bianchi ha dichiarato, infine, che la soluzione starebbe nel «rendere il Sud più connesso col Centro-Nord. Ci sono in Calabria start-up e imprese competitive sui mercati internazionali ma c’è il bisogno di garantire uguali diritti per poter competere ad armi pari».

Riascolta qui la puntata di “Detto tra noi.

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