Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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La tenuta dell’amministrazione Tassone sembra salda, ma è chiaro che il responso del voto dello scorso 4 marzo avrà forti ripercussioni su tutto il quadro politico locale. Le avrà soprattutto perché nel corso della campagna elettorale appena conclusa Serra San Bruno si è ritrovata a essere l’ombelico di un collegio che tuttavia contava al proprio interno la presenza di città con un numero di elettori di gran lunga superiore: basti citare il capoluogo Vibo (oltre 33mila abitanti dei quali 16mila circa si sono recati alle urne) oppure Soverato (12mila abitanti e oltre 5mila votanti all’ultima tornata).
Ma niente, l’attenzione dei procacciatori di consensi nell’ultimo mese si è in particolare concentrata qui, all’ombra della Certosa, dove i residenti non raggiungono le 6.700 unità e a votare ci sono andati 3.850 elettori scarsi. Per meglio rendere l’idea, nell’ultima giornata utile a conquistare la fiducia dei cittadini, il venerdì che introduce alla tradizionale riflessione del silenzio elettorale, nella cittadina bruniana si sono tenute in contemporanea le iniziative di chiusura dei due maggiori rappresentanti delle coalizioni tradizionali, quelli strutturalmente più radicate sul territorio. Il centrosinistra, che sosteneva la candidatura di Bruno Censore, si è radunato al crepuscolo all’interno di Sala Chimirri nel cuore del centro storico del rione “Terravecchia”, mentre allo stesso orario la candidata della coalizione di centrodestra Wanda Ferro si è concessa l’ultimo abbraccio con i sostenitori in un locale privato dall’altra parte del paese.
Ecco perché sembra quasi fisiologico che gli schieramenti locali, almeno quelli che si sono già misurati alle scorse amministrative, possano nel breve-medio periodo subire o giovare di tale fermento. La maggioranza dell’amministrazione in carica guidata dal sindaco Luigi Tassone – dicevamo – sembra stabile. All’indomani del voto non pare possano registrarsi emorragie o particolari mal di pancia anche perché tutti i componenti, chi più, chi meno, hanno sostenuto compatti la causa di Censore, quello che nonostante la mancata conferma in Parlamento resta il dominus indiscusso del locale centrosinistra. Nel futuro del Pd serrese a pesare sarà quindi più l’equilibrio che il partito troverà ai livelli superiori: conclusa l’era Renzi anche i democratici di Serra San Bruno saranno costretti a ritrovare l’orientamento giusto per sposare la causa di qualche nuovo aspirante segretario nazionale. Non è noto al momento se potranno riscoprirsi “calendiani”, “martiniani”, “zingarettiani”, “orlandiani”, “emiliani” o più presumibilmente “gentiloniani” come d’altronde è oggi per tutte le altre sezioni di partito stanziate per il resto dello Stivale visto lo stato confusionale che pervade, attualmente, ovunque, il Pd. Nella scelta che esprimeranno i dem di Serra San Bruno alle prossime, ennesime, primarie peserà chiaramente molto la posizione di Censore e tutti i componenti dell’amministrazione comunale si accoderanno a seguito. E a seguito, è facile presagire, troveremo anche gli ex amministratori locali che non si candidano più alle elezioni ma che sono ancora capaci di influenzarle, come l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono o l’ex vicesindaco Giuseppe Raffele.
E se il centrosinistra, smaltito lo shock, inizierà a pianificare compatto l’agognata rinascita senza doversi misurare per forza con l’esigenza di chiudere nuove alleanze ma solo con la necessità di mantenere unito il proprio blocco, paradossalmente più complessa pare la situazione che si respira nell’opposizione consiliare formata per tre quarti da esponenti del gruppo Liberamente e per il restante quarto da In alto volare. I voti influenzati alle ultime Politiche da questi due schieramenti, sembra inequivocabile, si sono in particolar modo riversati sui candidati di centrodestra, sia alla Camera che al Senato. Il movente è stato più passionale che politico per Liberamente, dove la discriminante anti-censoriana ha avuto la meglio su tutto. E se alcuni come Salvatore Zaffino (coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia), l’ex sindaco Bruno Rosi (anche lui adesso in Fdi) e Carmine Franzè (forzista legatissimo al neo senatore Mangialavori) sono da tempo ascrivibili all’alveo del centrodestra, diversa è la posizione di molti altri, in particolare dei consiglieri comunali d’opposizione Alfredo Barillari, Cosimo Polito e Rosanna Federico che negli ultimi giorni hanno mantenuto un profilo basso pur sostenendo anche loro, chiaramente, l’ondata anti-censoriana. Questa dissonanza intestina, caratterizzata da visioni e nozioni trasversali espresse in simultanea da componenti dello stesso gruppo, potrebbe far emergere elementi di contrasto in futuro: sempre che non si voglia nei prossimi anni basare un progetto politico esclusivamente sulla necessità di sconfiggere il nemico locale. Elemento che la scorsa domenica 4 marzo per i componenti di Liberamente ha rappresentato il collante principale. Per rendere l’idea, se uno qualsiasi dei tre consiglieri comunali d’opposizione del gruppo, Barillari, Federico o Polito, decidesse di partecipare alle Regionali del prossimo anno, il resto di Liberamente troverebbe la chimica giusta per sostenere la candidatura in maniera unitaria?
Altro capitolo quello che – restando fra gli scranni di minoranza – fa riferimento alle potenziali alleanze con il gruppo dei “salerniani” o “ex salerniani” di In alto volare, uscito pesantemente ridimensionato dalle ultime amministrative e per il quale sembra inequivocabile l’esigenza di raggiungere intese con altri soggetti, a costo di registrare malumori e defezioni. Intese che necessitano chiaramente di processi lunghi e comunque vincolati da ancora evidenti relazioni di forza.
Servirà dunque del tempo per avviare una qualsiasi apertura o raggiungere una profonda evoluzione, seria, degli e tra gli schieramenti oggi noti. Anche perché non vi sono elezioni in calendario nei prossimi mesi. Quel che sembra certo però è che il centro di fermento politico Serra San Bruno sembra aver ormai sviluppato gli anticorpi giusti per sopportare i ritmi della campagna elettorale perpetua. Ritmi che costringono tutti a mantenere costantemente alta la guardia, il rischio altrimenti è quello di ritrovarsi inconsapevolmente fuori strada.
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