Giovedì, 24 Maggio 2018 13:41

La notte dei lunghi coltelli del Pd

Scritto da Salvatore Albanese
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È successo tutto in una notte. Una notte che è servita a scoprire i nervi tesi e sempre più lacerati di un conflitto interno al Pd che potrebbe avere forti ripercussioni sulla stabilità dell’intero quadro partitico regionale. Da una parte il neo deputato Antonio Viscomi, ex assessore della Regione Calabria e professore di diritto del lavoro dell’Università Magna Græcia di Catanzaro; dall’altra il consigliere regionale Michele Mirabello che ha in realtà giocato il ruolo di “testa d’ariete” per tutta la corrente che fa direttamente riferimento all’ex parlamentare Bruno Censore.

È successo tutto in una notte e a innescare la miccia del dissidio intestino ai democratici è stato l’annuncio della partecipazione dello stesso Viscomi a un incontro pubblico che si terrà nel fine settimana a Serra San Bruno, a casa insomma di Bruno Censore senza che quest’ultimo, non rivestendo più alcun incarico istituzionale, fosse chiamato a parteciparvi. Poco male, almeno fin qui, perché oggetto dell’iniziativa è comunque una tematica molto sentita nelle Serre, quale l’organizzazione della rete sanitaria. Ma ciò che in realtà ha fatto accendere gli animi è che lo stesso incontro – che conterà anche sulla presenza del senatore Giuseppe Mangialavori (Forza Italia) e della deputata Wanda Ferro (Fratelli d’Italia) – è stato organizzato e promosso dal movimento “LiberaMente”, del tutto ostile e contrapposto all’area del centrosinistra locale.

C’è però un antefatto che ci porta a capire meglio come il terreno per una guerra interna al Pd sia già in realtà pronto da settimane. All’origine vi è la contesa per le candidature alle Politiche del 4 marzo, fatali per Censore, e per le quali Viscomi era riuscito, direttamente o indirettamente, a imporsi sui tavoli romani e conquistare la “pole position” nel listino proporzionale che gli avrebbe garantito poi lo scranno in Parlamento. Una beffa doppia per Censore, che – nonostante fosse riuscito a imporsi come “maggiore” portatore di voti del centrosinistra del Centro Calabria – si era dovuto accontentare della casella dell’uninominale, del tutto disagevole per ambire alla riconferma alla Camera. Le urne avevano di conseguenza parlato chiaro, con Censore surclassato sia dalla Ferro (eletta proprio all’uninominale), sia dalla pentastellata Dalila Nesci (che invece, per motivi ancora poco chiari, assieme alla senatrice Silvia Vono diserterà l’incontro sulla Sanità di sabato a Serra). Ma anche nei giorni successivi al voto la distanza tra Censore e Viscomi si era accentuata con quest’ultimo che per «impegni istituzionali» non aveva partecipato a un’assemblea tenuta a metà aprile dalla Federazione provinciale del Pd Vibo, con l’intento di smorzare la “batosta” delle elezioni e riaprire un dialogo tra dirigenti e attivisti utile a riportare il Pd sul giusto binario in vista di nuove sfide.

Ecco che proprio quell’assenza è tornata in auge nella “notte dei lunghi coltelli” che ha animato le ultime ore in casa dem. Ad aprire le “danze” è stato dunque il consigliere regionale Michele Mirabello, che appurata «con stupore» la presenza di Viscomi all’incontro di “LiberaMente” ha tuonato: «Meraviglia che il deputato neoletto nella lista proporzionale del Pd, che ancora fino ad oggi nonostante ripetuti inviti alla direzione ed all'assemblea provinciale non ha mai varcato le porte della Federazione che di più e meglio ha contribuito alla sua elezione, preferendo sporadiche iniziative sul territorio molto spesso organizzate da soggetti politici che in campagna elettorale hanno votato pubblicamente e scientemente altre coalizioni ed altri candidati, agisca in maniera così scomposta e provocatoria». La risposta a quella che Mirabello etichetta quindi come «una inaccettabile mutazione genetica» arriva poco prima della mezzanotte, anche in tal caso a stretto giro di nota stampa, con Viscomi che rilancia: «Non capisco se il problema è la mia presenza a Serra San Bruno». «Le elezioni di marzo hanno dimostrato in modo chiaro – continua piccato Viscomi confermando dunque la partecipazione al convegno di “LiberaMente” – che i partiti devono tornare ad imparare l’arte di ascoltare, con umiltà e senza presunzione: tanti che erano su piedistalli dorati sono caduti». Ma la querelle non si placa anzi si fa ancora più accesa, e poco dopo l’alba arriva la controreplica di Mirabello che si chiede se «l’azzeccagarbugli» Viscomi «ci è o ci fa?». «La sua presenza (al convegno di sabato ndr) è una offensiva provocazione nei confronti del Partito democratico, dei sindaci, degli amministratori di Serra e della provincia di Vibo» aggiunge lapidario il consigliere regionale.

La sensazione allora per i non addetti ai lavori, per chi non mastica e non digerisce il politichese e per chi guarda sempre con scetticismo alle retoriche dichiarazioni di circostanza con cui da più parti ci si appella alla collaborazione tra i partiti per affrontare questioni importanti come la Sanità (nella fattispecie non si riesce a discutere e a “capirsi” neanche all’interno dello stesso partito) è che la contesa sia piuttosto orientata su una guerra di posizione per il controllo in termini di consensi elettorali di un territorio, quello delle Serre, che Censore continua a rivendicare e che si crede, a torto o a ragione, Viscomi con la sponda di “LiberaMente” possa tentare di “espugnare”, occuparlo fino a farlo suo. Insomma ci troviamo, nudi e crudi, di fronte al tipico caso dei «due galli che nello stesso pollaio non possono stare». Anche se la convinzione di tutti, almeno prima che calasse la “notte dei lunghi coltelli del Pd”, era che si stesse per discutere di Sanità e di strutture ospedaliere e non di quelle destinate all'allevamento e al ricovero dei polli. 

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