Sono finiti sotto indagine i vertici dell’Asp di Vibo Valentia per la controversa procedura di nomina di Vincenzo Damiani a direttore del Distretto sanitario provinciale unico. Il reato ipotizzato dalla Procura di Vibo è quello di abuso d’ufficio in concorso e nella lista degli indagati figurano il direttore generale Angela Caligiuri, il direttore sanitario Michelangelo Miceli, il direttore amministrativo Elga Rizzo e i componenti della Commissione esaminatrice della selezione Salvatore Barillaro, Sergio D’Ippolito, Davide Matalone. A parere del pm Benedetta Callea i sei indagati, in concorso tra loro, avrebbero procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Vincenzo Damiani affidandogli l’incarico di direttore del Distretto sanitario unico (che ha inglobato i tre esistenti in precedenza di Vibo, Serra San Bruno e Tropea).

L’espletamento del bando di gara, a parere della Procura, avrebbe presentato dei vizi, in quanto non avrebbe preso in considerazione il fatto che Vincenzo Damiani, medico 57enne residente a Serra San Bruno, non avrebbe posseduto i requisiti utili alla nomina. In particolare, Damiani sarebbe stato – sempre a parere dell’accusa – incandidabile perché interessato da un procedimento penale e medico convenzionato da meno di 10 anni. Damiani, tra l’altro, era stato l’unico tra gli aspiranti direttori di Distretto a essere ammesso con “riserva”, come già rilevato in precedenza dal Tribunale del Lavoro che, su ricorso presentato da una delle candidate alla selezione, aveva bocciato la nomina di Damiani definendola «lacunosa» e annullandola nel merito.

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