Una storia di «amicizia e duro lavoro». Quella di un ragazzo arrivato in Italia dall’Africa che si fa una vita praticando un antico mestiere sulle montagne calabresi. Un racconto che si discosta sensibilmente dalle narrazioni “esotiche” e dalla retorica da riserva indiana che spesso si producono attorno a questi lavoratori.

Si chiama “Fratelli Carbonai” ed è un documentario realizzato da Josh Hughes e Felix Bazalgette girato nel 2022 e pubblicato ieri sul sito della prestigiosa rivista The New Yorker (potete vederlo cliccando qui).

Mentre in Italia impazza la «retorica anti immigrati» i reporter americani arrivano nei pressi di uno “scarazzo” e conoscono Fofana. Dopo un'adolescenza difficile, durante la quale è fuggito dal Mali ed è arrivato in Italia da solo, il giovane africano stringe amicizia con colui che all’epoca era a capo del sito di produzione di carbone (l’imprenditore serrese Bruno Vallelunga), che dopo un incontro casuale gli offre di lavorare con loro.

L’uomo, che Fofana ricorda con molto affetto, muore durante la pandemia. E mentre le amicizie di Fofana con gli altri lavoratori più giovani rinsaldano, nei dibattiti nazionali vengono «normalizzati», osservano i reporter, «atteggiamenti ferocemente disumanizzanti» nei confronti degli immigrati.

Il docufilm, aggiungono, oggi è ora «una sorta di capsula del tempo di quel periodo» scandito dai dibattiti elettorali sull’immigrazione e dalla successiva vittoria della destra al governo. I carbonai serresi hanno aiutato Fofana ad ottenere i documenti ma oggi il giovane non è più con loro: dopo aver lavorato per anni a Serra ha deciso di spostarsi a Roma. «Sta ancora risparmiando, così un giorno potrà visitare la famiglia che ha lasciato a Bamako quattordici anni fa».