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FABRIZIA - Quarant’anni ci sono voluti per ripercorrere un passo a ritroso verso l’antica tradizione. Ieri sera, alle 21, la comunità di Fabrizia, riunita al cospetto della statua del proprio patrono, Sant’Antonio, ha rivissuto la vecchia tradizione della discesa del santo dal ciborio fino al piedistallo – a portata di bacio per i fedeli – posizionato all’entrata della navata destra, in prossimità dell’altare. Un rito che in passato era riservato a pochi, dato che si consumava a porte chiuse e solitamente al mattino. Infatti, l’ultima volta che il santo francescano lasciò il suo posto sopra l’altare davanti a tutti i fedeli, in una manifestazione pubblica tanto partecipata, fu proprio 40 anni fa. Mentre è la prima volta che l’antico rito si officia nel giorno dell’inizio della tredicina, ossia il 31 maggio e non il giorno della vigilia. Da qui la possibilità per i fedeli di venerare la statua più da vicino e instaurare quel rapporto spirituale diretto che ne diviene dal bacio o dal semplice tocco.
Una folla emozionata, fatta da anziani, adulti e bambini attenti, ha ricoperto ogni angolo della chiesa dedicata al santo per assistere alla cerimonia. Presenti in prima fila anche le forze dell’ordine e il primo cittadino Francesco Fazio. Un rito commovente e suggestivo, orchestrato dal giovane prete don Ferdinando (che si è speso per la ripresa della tradizione) e dai componenti del “Comitato festa”, sui quali è gravato l’onore e l’onere di condurre alla portata dei fedeli la statua lignea di Sant’Antonio.
Il simulacro del santo, davanti alla folla emozionata, legato ad una corda che spunta dall’arcata del ciborio e adagiato su una sorta di ascensore, pian piano è stato fatto scendere dietro l’altare per poi essere condotto presso i fedeli, attraverso la porta laterale destra che conduce al coro. Sbarrato dunque l’accesso all’altare, sito calpestabile in quel momento solamente dal parroco e dai componenti del “Comitato festa”, la statua è stata accuratamente adagiata sul pavimento e pulita con dei panni bianchi, in tutte le sue parti e intersezioni del panneggio dell’abito (anch’esso scolpito). Rito accompagnato dall’unanime canto “13 stelle formano una corona, Antonio è patrono di questa città”. Riaperto il cancello che conduce all’altare, Sant’Antonio è stato adagiato sul suo piedistallo in compagnia di una statua del Bambino, come iconografia vuole, e contornato dal solito motivo floreale dorato, prima di essere salutato attraverso il bacio da ogni singolo fedele presente.
Dunque, dopo l’antico rito che ha riunito l’intera comunità intorno al proprio patrono, da quest’anno per i fedeli si è affiancata la possibilità di pregare a contatto col santo durante tutto l’arco della tredicina. Un modo, anche questo, per riscattarsi da una lunga quanto ingiusta proibizione.
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