Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
La campagna elettorale per le Regionali 2020 è quasi entrata nel vivo e lo scenario che pare prefigurarsi potrebbe riconoscere al Vibonese un insolito ruolo di primissimo piano. Molti dei protagonisti del toto-nomi che impazza in questi ultimi giorni vengono infatti dalla provincia più piccola della Calabria, e ad alcuni di questi si starebbe per affidare ruoli di spicco in una competizione che ha ormai le settimane contate. I primattori della tornata elettorale, stando ai rumors del momento, potrebbero infatti essere l’imprenditore napitino Pippo Callipo e il medico e senatore vibonese Giuseppe Mangialavori. Il primo, con certezza quasi assoluta, pare ormai destinato a guidare l’asse Pd-M5S (elezioni in Umbria di domenica prossima permettendo). L’imprenditore del tonno, che ha già all’attivo l’esperienza del 2009 da candidato governatore con “Io resto in Calabria” (conseguì in solitaria oltre il 10% dei consensi), pare il nome giusto per rafforzare l’intesa giallo-rossa anche sul territorio regionale. Sull’altro fronte sembra invece farsi strada Giuseppe Mangialavori, senatore berlusconiano in carica e sostenitore della prima ora della candidatura a presidente della Regione del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. Occhiuto però - un po' per strategia politica, un po' per la precaria condizione finanziaria del suo Comune, un po' per le note inchieste giudiziarie che lo vedono coinvolto - ha ricevuto a più riprese negli ultimi giorni la bocciatura di Matteo Salvini. «Se ha il Comune in bancarotta, come fa a fare il governatore? Servono candidati nuovi e specchiati» ha tuonato l’ex ministro dell’Interno, leader della coalizione di centrodestra. Bruciato Occhiuto ecco allora che le quote di Mangialavori, “nuovo” e “specchiato”, per la candidatura a presidente della Regione Calabria salgono vertiginosamente, anche se quello meno convinto dell’ipotesi pare proprio il senatore azzurro stesso. Voci sempre più insistenti assicurano che la convergenza maggiore della triade Salvini-Berlusconi-Meloni vede come protagonista proprio il giovane medico vibonese, che avrebbe dalla sua anche la stima di Forza Italia Calabria e del gruppo parlamentare al Senato. Mangialavori, che in realtà nei giorni scorsi avrebbe ribadito di non essere interessato alla candidatura, potrebbe alla fine arrendersi alla corte dei forzisti orfani di un Occhiuto sempre più spogliato dal mito del buon amministratore.
La “vibonesità” si fa strada però anche in termini di “seconde ipotesi”, tanto che tra i grillini le alternative più calde ad un’eventuale mancata candidatura di Callipo sarebbero rappresentate dal testimone di giustizia originario di Serra San Bruno Pino Masciari e dalla parlamentare di Tropea Dalila Nesci. Se per quest’ultima il “niet” secco di Luigi Di Maio pare però ormai definitivo, a schierarsi a favore della discesa in campo dell’ex imprenditore edile Masciari è stato di recente un nutrito gruppo di attivisti dei Meetup 5 Stelle calabresi.
Fuori dalla bagarre per la poltrona più alta di palazzo Campanella, ma molto dentro alla contesa degli scranni in consiglio, è quasi ufficiale il ritorno di Bruno Censore, certo di una candidatura tra le fila di un Partito democratico sempre più “de-oliverizzato”. Proprio l’ex parlamentare della città della Certosa sarebbe stato tra i maggiori sostenitori della causa “anti Oliverio bis”: una guerra ormai vinta che non ha mancato però di lasciare feriti sul campo. Tra questi Michele Mirabello di Ricadi, consigliere regionale e presidente della commissione Sanità e Lavoro, rimasto fedele al governatore e che potrebbe cimentarsi presto in una campagna elettorale da affrontare senza il sostegno, che in passato si rivelò indispensabile, di Bruno Censore. Ognuno andrà per la sua strada, in liste e coalizioni diverse: Mirabello in quella che insisterà magari nella conferma di Mario Oliverio (senza il sostegno del Pd); Censore con buone probabilità nella coalizione pro Callipo. A proposito di nuovi “nemici”, in posizione distante e contraria a quella di Bruno Censore, ai blocchi di partenza, in quota Forza Italia, troveremo anche l’avvocato vibonese Vito Pitaro che da ormai diversi mesi lavora sottotraccia per una sua candidatura al consiglio regionale dopo il lavoro “prestato” negli ultimi anni a sostegno prima proprio di Censore, poi di Mirabello, poi alle ultime Comunali di Vibo della coalizione pro Maria Limardo. Restando nel centrodestra del capoluogo di provincia, da non sottovalutare è l’ipotesi Francesco Pascale, già presidente del consiglio comunale di Vibo e fedelissimo del senatore Mangialavori, del quale è stato capostruttura durante i mesi da consigliere regionale.
Sempre da Vibo Valentia e sempre in orbita centrodestra, tenterà l’elezione per il secondo mandato consecutivo Vincenzo Pasqua, che nel 2014 fu eletto nella lista “Oliverio Presidente”, ma che a fine 2017 lasciò la maggioranza per sbarcare nel gruppo misto. Da Gerocarne potrebbe riprovare l’approdo in Regione anche l’ex consigliere regionale Alfonsino Grillo, mentre molto più in discesa pare la strada verso la candidatura per Marco Martino, sindaco di Capistrano e commissario provinciale dell’Udc. Via via col passare dei giorni molti altri nomi potrebbero sommarsi a quelli che da vari angoli del Vibonese hanno già abbozzato qualche tentativo ufficiale, o ufficioso, per assicurarsi una casella utile alla corsa alla Regione. Ciò anche alla luce del fatto che grosse incognite rimangono rispetto alle candidature in casa Lega (in provincia di Vibo Salvini potrebbe “inventarsi” qualche volto nuovo), in quella della neonata Italia Viva di Matteo Renzi che potrebbe invece raccogliere i potenziali disertori del Pd e in quella del Movimento 5 Stelle che per la composizione della lista chiamerà di nuovo i militanti a decidere le candidature sulla tradizionale piattaforma Rousseau. Qualcosa però, rispetto ai punti interrogativi da sciogliere, si è già registrato, perché nella partita sperano di poterci entrare anche l’ex sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, molto vicino a Wanda Ferro e che quindi mirerebbe ad una candidatura in quota Fratelli d’Italia, mentre sempre in orbita centrodestra potrebbero via via, anche se con difficoltà, farsi spazio le candidature del sindaco di Acquaro Giuseppe Barillaro (Fdi o Fi) e dell’ex primo cittadino di Nardodipace, Romano Loielo (Fdi). Occhio poi allo spadolese Antonio Bruno Tassone, imprenditore e referente provinciale dei Lions, che negli ultimi tempi non ha fatto mistero rispetto al fatto di volersi candidare.
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