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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Al termine di una serie di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, i carabinieri dei Comandi provinciali di Reggio e Vibo Valentia – supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” - hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale reggino, a carico di 6 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo dei reati di omicidio, illecita detenzione e porto di armi da fuoco, ricettazione, tutti posti in essere al fine di agevolare l’attività della cosca “Condello-Chirico” di Gallico.
Inoltre, sono state effettuate anche perquisizioni domiciliari nei confronti degli stessi indagati.
I destinatari dell’ordinanza emessa dal gip sono: Salvatore Callea, 50enne di Oppido Mamertina; Nicola Figliuzzi, 27enne di Gerocarne; Filippo Giordano, 46enne nato il Belgio ma residente a Reggio Calabria; Sergio Iannò, 45enne di Melito di Porto Salvo; Cristian Loielo, 27enne di Gerocarne e Domenico Marcianò, 34enne di Reggio.
Le persone arrestate sono ritenute responsabili dell’omicidio di Giuseppe Canale, avvenuto il 12 agosto 2011 in un agguato nella frazione Gallico di Reggio Calabria.
Le indagini avviate a seguito dell’omicidio – che hanno riguardato intercettazioni, accertamenti tecnico-scientifici e dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia – hanno consentito fin da subito di inquadrare il fatto delittuoso in un chiaro contesto di criminalità organizzata, pianificato e realizzato in risposta all’omicidio di Domenico Chirico, avvenuto il 20 settembre 2010. Nel dettaglio, sono state delineate le responsabilità di Giordano, Marcianò e Iannò, ritenuti appartenenti alla cosca “Condello-Chirico”, quali ideatori, determinatori e mandanti dell’omicidio Canale. Callea, invece, avrebbe reclutato i killer, assicurando a quest’ultimi il necessario supporto logistico e garantendo la fuga a bordo della propria autovettura, mentre Figliuzzi e Loielo, considerati appartenenti ad una consorteria mafiosa delle Preserre vibonesi, avrebbero materialmente eseguito l’omicidio.
Il 12 agosto 2011, alle 15, i carabinieri di Reggio Calabria rinvenivano riverso sull’asfalto — in via Anita Garibaldi a Gallico Superiore — il corpo senza vita di un uomo, successivamente identificato in Giuseppe Canale. Dai primi elementi raccolti, gli uomini dell’Arma hanno constatato che Canale era stato attinto da numerosi colpi d’arma da fuoco. Inoltre, sulla base dei primi accertamenti tecnici eseguiti sulla scena del crimine, è stato accertato che l'azione di fuoco — compiuta da due killer armati di pistola, giunti a bordo di uno scooter — aveva avuto inizio in un primo momento in piazza Calvario di Gallico Superiore, dove erano stati esplosi i primi colpi, per poi concludersi in via Anita Garibaldi, luogo in cui è stato rinvenuto il corpo esanime di Canale. Durante l’azione di fuoco, uno dei proiettili esplosi aveva attinto in maniera accidentale alla coscia destra un passante, rimasto ferito, mentre alcuni fori provocati dai proiettili esplosi dai killer sono stati scoperti su un tabellone presente all’esterno di un bar sito proprio all’interno della piazza. Canale, quindi, era riuscito a sfuggire inizialmente al primo tentativo dei killer, correndo lungo via Anita Garibaldi dove, nel tentativo di sottrarsi all’agguato, aveva scaraventato contro gli inseguitori un contenitore di rifiuti presente ai lati della strada. Tale tentativo, tuttavia, non ha prodotto alcun effetto in quanto i due sicari riuscivano egualmente a raggiungerlo e ad esplodergli contro numerosi colpi di pistola che non gli hanno lasciato scampo.
Immediatamente, gli investigatori del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria avevano inquadrato la vicenda in uno scontro finalizzato al raggiungimento di nuovi equilibri criminali nella frazione Gallico di Reggio Calabria, area sotto il controllo della cosca dei Condello.
In particolare, a seguito dell’arresto di Francesco Rodà, ritenuto reggente della locale di Gallico, il processo di ridefinizione degli equilibri interni alla cosca aveva interessato Domenico Chirico, esponente apicale dei Condello assassinato il 20 settembre del 2010, e lasciava presumere che potesse rientrarvi anche l’omicidio di Giuseppe Canale, pluripregiudicato scarcerato nel 2008 ed elemento di spicco della locale di Gallico.
Peraltro, anche le attività di intercettazione del contesto criminale avvaloravano tale prima ipotesi: numerose conversazioni registrate, infatti, attribuivano inequivocabilmente l’evento ad un regolamento di conti interno alla cosca.
Successivamente, nel consentire la puntuale ricostruzione dei gravi fatti di reato inerenti la cruenta faida di ‘ndrangheta che si è consumata a cavallo del 2011 e del 2012 nel territorio vibonese, le dichiarazioni di più collaboratori di giustizia hanno fornito chiari e precisi elementi conoscitivi - non solo tra di loro pienamente convergenti, ma anche assolutamente compatibili con quanto acquisito dai carabinieri che hanno svolto le iniziali attività di indagine sulla scena del crimine - in ordine all’episodio oggetto del provvedimento di oggi, sia con riferimento alla fase esecutiva dello stesso - attribuita a Cristian Loielo, Nicola Figliuzzi e Salvatore Callea - sia con riferimento al ruolo di mandante, attribuito a Giordano, Marcianò e Iannò, che per l’esecuzione avrebbero corrisposto a Callea la somma fra i 10 e i 14mila euro.
In tal senso, seguendo le indicazioni di un collaboratore di giustizia, i carabinieri hanno rinvenuto a Gallico, presso il parco della Mondialità, un revolver Colt, calibro 38 special con matricola obliterata, che — in virtù degli accertamenti effettuati dal Ris di Messina — risultava essere quella utilizzata nell’omicidio Canale.
Al termine delle operazioni odierne sono stati rinvenuti 1 fucile da caccia, 1 pistola calibro 7,62 e oltre duecento munizioni di vario tipo e calibro, oltre a 6 ordigni esplosivi artigianali, tutti posti sotto sequestro.
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