«Intendo esercitare il diritto di replica che mi compete, esponendo la versione dei fatti di mio padre. Non ci sono testimonianze di quanto viene denunciato nell'articolo, ossia che mio padre, collaboratore scolastico, avrebbe malmenato un allievo, ma solo il racconto che l'alunno in questione avrebbe riferito ai genitori una volta rientrato a casa dopo la mattinata di scuola. Sorge spontaneo, dunque, il dubbio su come mai il ragazzo – scrive in una nota la figlia del collaboratore scolastico – non abbia lamentato nulla durante le ore di lezione scolastiche e la domanda su come avrebbe potuto, dopo aver ricevuto una così grave aggressione descritta dalla famiglia a suon di calci, spintoni e botte, continuare serenamente le ore di lezione. Difficilmente credo avrebbe potuto rialzarsi, recarsi in aula per proseguire in tutta tranquillità le ore scolastiche e successivamente andare a casa. Ci tengo a precisare che sul posto non c'è stato nessun intervento da parte dei mezzi di soccorso né di terzi. E infine mi chiedo: come mai il ragazzo è stato portato al pronto soccorso soltanto nel pomeriggio? Non mi dilungo oltre in merito all'andamento dei fatti in questione in quanto sono in corso delle indagini da parte degli inquirenti. Voglio però sottolineare che mio padre svolge da ben venti anni la professione di collaboratore scolastico, è sempre stato stimato da docenti, colleghi e alunni per la sua estrema correttezza ed esemplare serietà. Inoltre ha sempre cercato di redimere alle liti e alle scaramucce che spesso insorgono tra i ragazzi e insieme con tutto il team scolastico "Ferrari-Machiavelli" porta avanti la lotta contro il bullismo. Chi conosce mio padre non ha alcun dubbio sull'infondatezza delle accuse a lui rivolte. Il ragazzo in questione, invece, è noto per essere un alunno poco disciplinato, molte volte anche violento verso i compagni, i docenti e i collaboratori, tanto da presentare numerosi rapporti disciplinari. In merito a diatribe, già rivelate da altre testate, che sarebbero intercorse tra mio padre e la zia del ragazzo, dico che mio padre è del tutto estraneo a tali situazioni, in quanto le diatribe di cui si parla, poi finite a processo, hanno riguardato un altro mio familiare».

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