Nel 1961 l'allora presidente del consiglio dei ministri fece un viaggio in Calabria rimasto famoso per la vicenda, appunto, delle «vacche di Fanfani»: alcuni funzionari dell’Opera Sila pare portassero un cospicuo numero di bovini in ogni luogo in cui passava il leader democristiano per dimostrare lo sviluppo agricolo avviato dal suo governo. Nel corso di quella visita, si legge nel libro "Calabria oggi. Italia '61. Il viaggio di Fanfani in collage di Gaetano Greco-Naccarato", il presidente dell'Ente provinciale per il Turismo di Reggio propose a Fanfani «un massiccio intervento diretto a recedere i nodi che rendono quasi inconsistente l'industria del forestiero». Già allora, insomma, il turismo era visto come la panacea di tutti i mali della Calabria, un eterno «volano di sviluppo» la cui retorica avrebbe attraversato il successivo mezzo secolo di campagne elettorali. Mentre il territorio, oggi, è disseminato di edifici "non finiti" come quello che Angelo Maggio ha immortalato su uno scorcio tirrenico in questa foto scattata sulla costa reggina nell'aprile del 2014.

"Fotologhie" è una rubrica settimanale curata da Salvatore Federico e Angelo Maggio. Il primo vive e lavora a Serra San Bruno (qui i suoi reportage), il secondo a Catanzaro (qui il sito dedicato ai suoi scatti sul "non finito calabrese"). Il titolo della rubrica parte dal termine "logos" (in greco antico: λόγος, lógos, corrispondente al latino verbum e all'ebraico דבר davar), deriva dal greco légο (λέγω), che significa scegliere, raccontare, enumerare, parlare, pensare. Maggio e Federico non sono fotografi da cartolina. Una foto, secondo loro, deve far nascere qualcosa in chi la osserva.

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